Grande successo per il primo dei quattro appuntamenti in Irpinia del progetto “Le Terre del Gusto” che rientra tra le iniziative delle “Porte e Stazioni del Gusto”, promosso dagli Ept di Avellino, Benevento e Caserta. Un progetto che punta a promuove la conoscenza di alcuni paesi simbolo della filiera enogastronomica di eccellenza, vere e proprie porte di accesso ai profumi e ai sapori dei prodotti tipici irpini. Quattro week end iniziati proprio dal borgo antico di Calitri ricchi di esposizione di prodotti tipici locali, convegni di approfondimento, visite nei centri storici e degustazioni guidate per scoprire il fascino e il gusto dell’Irpinia. In questo lungo viaggio si è partiti da Calitri, famosa per la sua Fiera, crocevia fondamentale dei traffici tra la Campania e la Puglia, punto di passaggio obbligato ancora oggi della transumanza. In primo piano in mostra i formaggi, conservati nelle grotte di affinamento: caciocavalli e caciocavalli podolici, pecorini stagionati che rappresentano i punti di forza di questo territorio che ha ovunque incredibili espressioni di qualità con il latte. Le piccole aziende più qualificate e selezionate hanno esposto i loro prodotti in coincidenza con la suggestiva festa patronale del paese. Molto apprezzati anche la carne, il pane, i salumi ed il vino. Questa mattina invece, nella saletta del Teatro comunale, si è tenuto un interessantissimo convegno dal titolo: “Turismo e filiera agroalimentare in Irpinia : il formaggio e la carne. Dalla tracciabilità allo sviluppo delle zone interne”. Ha introdotto e concluso i lavori Giuseppe Di Milia, sindaco di Calitri e presidente della Comunità Montana Alta Irpinia. Quattro gli interventi: il territorio, sviluppato da Enzo Basile, fiduciario Slow Food; il formaggio con Eliseo Di Sapio, fiduciario provinciale Onaf; la carne con la relazione di Antonio Volpe, vicepresidente Cooperativa Bios e la ristorazione con Antonio Pisaniello, chef La Locanda di Bu. A coordinare i lavori Maristella Di Martino, giornalista e autrice del volume “Le ricette dell’Irpinia” Nel suo intervento d’apertura, il sindaco Giuseppe Di Milia, ha sottolineato l’impegno dell’amministrazione comunale per la valorizzazione e riqualificazione del centro storico di Calitri. “Stiamo lavorando sia nel riportare alla luce gli insediamenti archeologici dove sono stati ritrovati reperti risalenti al V VI secolo a.C. – ha illustrato il primo cittadino – sia alla riqualificazione dell’antico castello con il suo insediamento medioevale. A ciò si aggiunge la realizzazione di una formaggioteca regionale non solo come luogo espositivo e di degustazione del formaggio, ma anche come centro per la formazione e la promozione dei formaggi stagionati nelle grotte del centro storico. Al rinomato caciocavallo podolico, ormai conosciuto in tutta Italia, va aggiunta anche la produzione tipica di salumi, pane ed olio. Quindi ben vengano queste iniziative di carattere regionale per promuovere i prodotti di questa terra che si sposano benissimo con la vocazione del territorio e che possono così risultare la chiave di volta per il rilancio e lo sviluppo dell’economia locale. Il nostro punto di forza è rappresentato da un’agricoltura che fa ancora riferimento a metodi tradizionali di produzione e lavorazione. Anche altri comuni si stanno attrezzando. Perciò c’è bisogno di una sinergia tra enti”. Enzo Basile, fiduciario Slow Food, nel suo intervento, ha invece posto l’accento sull’importanza di valorizzare i prodotti tipici. “Ma non tutto è prodotto tipico – ha spiegato – ma solo quello che si produce in una certa zona e in un certo modo. Bisogna puntare su questi prodotti, come il caciocavallo, i salumi, il pane per rilanciare il nostro territorio”. Lo chef Antonio Pisaniello ha raccontato ai numerosi presenti la sua storia di grande cuoco, spiegando che “attraverso la cucina di prodotti tipici si trasmette la cultura del proprio territorio a chi viene da fuori”. La ricetta di Pisaniello per promuovere i prodotti tipici sta nel creare sinergie tra produttori locali e ristoratori. “Un confronto continuo tra piccoli produttori locali e ristoratori – ha spiegato – che consenta anche di migliorare il prodotto stesso dando vita a vere eccellenze”. Antonio Volpe ha invece illustrato la sua esperienza di produttore di carne di vacca podalica, molto rara e dal gusto particolare, dopo aver dato vita ad una cooperativa di trenta allevatori che si impegnano tutti a rispettare un disciplinare di produzione. “E’ proprio l’aggregazione tra i produttori che manca in questi luoghi – ha dichiarato -, produttori che sono invece i protagonisti dello sviluppo del territorio”. Infine Eliseo Di Sapio ha parlato sul ruolo e sul compito degli assaggiatori di formaggi, nonché sull’attività di un assaggiatore. Anche per Di Sapio bisogna puntare nel favorire l’aggregazione tra i produttori, promuovendo al contempo strutture di eccellenza sul territorio. (di Tiziano Tedeschi)
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