È diventata oramai la specialità della casa per gonfiare la rete avversaria. L’asso nella manica, il colpo sfoderato dalla scatola magica di Luigi Castaldo si chiama tiro al volo, in tutte le salse. Di giustezza, di potenza, di classe, il bomber principe dell’Avellino aziona il joystick installato in entrambi i piedi come meglio gli pare.
Potenza. Ieri a Latina ha scelto la seconda opzione: sul tracciante di Schiavon, palla addomesticata e poi indirizzata con la dinamite nell’angolo vicino, piegando le mani al malcapitato Farelli. Tutto in una frazione di secondo, tutto in un attimo e poi via ad esultare sotto la torcida biancoverde letteralmente in visibilio per la prodezza del suo idolo.
Classe. Era accaduto anche a Padova, dove la prodezza però fu offuscata dalla delusione del mancato approdo ai play-off. In quella occasione, Soncin dalla innescò la carezza di sinistro dell’attaccante di Giugliano che indirizzò il pallone in piena area sul palo lontano. Una magia di rara bellezza, un saggio di classe cristallina.
Giustezza. Accadde a Livorno il 4 settembre 2011 con la maglia della Nocerina. Imbucata dalla destra di Marsili, coordinazione perfetta e destro chirurgico ad incrociare sul palo lontano. Un gol alla Van Basten che suggellò nel recupero la vittoria esterna dei molossi al “Picchi”. (@claudio_devito)