Un futuro campione per i lupi. L’Avellino si coccola Gabriele Paonessa, ultimo arrivato nel plotone a disposizione di Carboni. È lui il vero colpo del mercato biancoverde, un ingaggio importante. Nato a Bologna, ma di sangue calabrese, è uno dei più promettenti elementi della nuova Under 21 di Casiraghi ed è pronto per la nuova avventura all’ombra del ‘Partenio’. La dirigenza irpina per portarlo alla corte del tecnico toscano, ha battuto la concorrenza di Genoa, Bari e Vicenza. Quest’ultimo ha sperato fino alla fine in una sua permanenza in biancorosso dopo l’ottimo campionato disputato, ma con un abile colpo di coda il D.G. Lucchesi è riuscito a consegnarlo all’Irpinia, riuscendo a strappare ai felsinei la metà del cartellino. Un piccolo fenomeno, pronto ad incantare l’esigente pubblico di fede irpina. ‘Prodigy’ così ribattezzato ha scelto di indossare la maglia numero 29 per il suo primo anno al Sud. Una sfida che ha accettato volentieri. Di grande fantasia, imprendibile in dribbling, ha sempre bruciato le tappe, mettendosi in evidenza anche quando gli avversari avevano più esperienza di lui. Le prime apparizioni nel calcio dei ‘grandi’ avvengono nella stagione 2004-2005, quando con il Bologna colleziona tre presenze in Coppa Italia. La stagione successiva, esordisce nel campionato cadetto. Nell’estate del 2006 passa in prestito al Vicenza Calcio, dove, dopo una prima fase d’ambientamento, si conferma come un talento cristallino grazie a diverse prove convincenti. Poi il debutto nell’Under 21 lo scorso dicembre dove contribuisce con un goal alla vittoria sul Lussemburgo. Felice per il paragone con Baggio afferma: “Essere accostato ad un grande campione del nostro calcio mi ha fatto immensamente piacere, anche se lo ritengo esagerato. Per un giovane come me che ha tanta voglia di affermarsi nel calcio che conta è sempre bello sentirsi dire queste cose”. Non è uno che si ferma alle belle parole, ma vuole dimostrare con le buone prestazioni quanto vale: “Sono venuto ad Avellino con tanta voglia di fare bene. Quando si è presentata l’occasione non ho saputo dire di no, so che questa dirigenza punta tanto su di me ed io non ho alcuna intenzione di deluderla. Arrivo in una società importante con un grande passato, avevo altre offerte, ma ho accettato da subito la maglia biancoverde. A me piacciono le piazze calde, quelle tifoserie che con il loro sostegno possono esaltare le mie doti, per questo sono qui. Per me è un’occasione molto importante ed io cercherò di sfruttarla al meglio”. Ci tiene a conservare l’azzurro, a restare nel giro della Nazionale, a continuare la sua esperienza a difesa della bandiera: “Ho svolto tutta la trafila nelle giovanili azzurre e non ho alcuna intenzione di uscire fuori ora. Casiraghi ha grande considerazione di me ed io ne sono fiero di questo”. Ha voglia di ‘deliziare’ quanti l’ammireranno: “Vengo in Irpinia con la speranza di disputare tanti incontri e di mettere a segno e far fare goal importanti per la conquista della salvezza”. Sulle proprie caratteristiche tecniche: “La mia dote migliore è la velocità, cercherò di sfruttarla al massimo”. Ha smania di giocare: “Non vedo l’ora che arrivi sabato. Affronteremo il Mantova una squadra che mira al salto di categoria, ma noi dovremo scendere in campo per imporre il nostro gioco”. Sul pubblico avellinese afferma: “Ho avuto modo di giocare in questo stadio da avversario con il Bologna e devo dire che rimasi molto colpito e nel vedere tutta quella gente sugli spalti mi ha spaventato”. Ad Armando Pantanelli invece il compito di difendere la porta biancoverde. L’esperto estremo difensore si è legato ai lupi per un anno con opzione per il secondo, per lui oltre 300 presenze tra A e B con le casacche di Reggiana, Andria, Cagliari e Catania, società dalla quale i lupi l’hanno prelevato e di cui lo scorso torneo è stato il capitano. Il 36enne guardiano della porta irpina spiega l’addio agli etnei: “Purtroppo, dopo le soddisfazioni ottenute nelle due stagioni precedenti, si era creata una situazione difficile, sin dai primi giorni di ritiro la società aveva deciso di accantonare me ed altri miei compagni. C’era un clima abbastanza teso e non avendo possibilità di rimettermi in gioco ho preferito cambiare aria. L’Avellino è la squadra che mi ha cercato con maggior insistenza e per questo ho accettato. Potevo decidere di restare fermo per quattro mesi aspettando una chiamata nella prossima sessione di mercato, ma il campo mi mancava. “Ho una gran rabbia dentro, spero di poter dimostrare da subito di non essere un calciatore finito. Per me sono stati dei mesi molto difficili, ma adesso è acqua passata, non vedo l’ora di poter scendere in campo con questa casacca”. Giocatore molto scaramantico, il ‘vecchio’ numero uno dei siciliani gioca sempre con un cappellino scelto tra il guardaroba di quelli “portafortuna”: “Quello per questa stagione non l’ho ancora scelto, vedremo in questi giorni”. E proprio qualche anno fa nell’impianto di Via Zoccolari ne perse uno: “In realtà non mi ricordavo che me l’avessero preso proprio ad Avellino, non volevo uscire dal campo finchè non lo ritrovavo, poi mi è stato consegnato…ed ho apprezzato molto il gesto”. Sulla prossima gara con il Mantova dell’amico Corona dichiara: “Avremo di fronte la squadra che più di tutte mira alla serie A, sarà un duro test, ma se scenderemo in campo con lo stesso spirito di Treviso faremo bene”.
(di Sabino Giannattasio)