All’indomani della dura contestazione degli ultrà del Padova, Cristian Pasquato ha analizzato a 360 gradi il triste momento in casa patavina. Il talento scuola Juventus, nativo proprio di Padova, ha affermato: “Purtroppo è finita male, è stata un’annata difficile sin dalle prime settimane. Quello che è successo ieri posso condividerlo e capirlo da tifoso, ma le parole sono state forti. Se siamo retrocessi è perché ognuno di noi non ha dato tutto ciò che poteva dare. Possiamo chiedere scusa alla città, alla società e ai tifosi, ma purtroppo è finita così. La scelta di venire a Padova – continua – la rifarei comunque altre mille volte, io dovevo far bene non solo perché sono padovano, ma soprattutto per la mia carriera, ma è stata un’annata dalle mille difficoltà e ne abbiamo risentito tutti, dal presidente all’ultimo dei magazzinieri. Io tornerò ad Udine e non so che ne sarà del mio futuro, ma mi auguro che nella prossima stagione la società biancoscudata faccia di tutto per tornare in alto perché la gente lo merita”. La verità sull’allontanamento di Bortolo Mutti a febbraio: “Non siamo andati a chiedere l’esonero – spiega l’ex Modena – ma ad elencare al presidente i problemi e le difficoltà che avevamo all’interno del gruppo, e credo che queste difficoltà si vedessero anche in campo. Nonostante qualche vittoria e i punti portati a casa, secondo me non c’era feeling, ma a vedere com’è finita forse il problema non era l’allenatore ma noi. Se tre allenatori non riescono a trovare un’identità di gioco, un modulo, gli interpreti, perché ogni sabato cambiano 3 o 4 giocatori – conclude – il problema non sono loro, ma noi”.
Redazione Irpinia
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