“Il lato più difficile sul quale lavorare è l’aspetto psicologico – dice l’allenatore dl Brescia Calcio Ivo Iaconi alla ripresa degli allenamento dopo il 3-0 al Pescara ed in vista di Avellino-Brescia – Al mio arrivo ho trovato una squadra affranta e avevo notato un senso di debolezza disarmante. Dopo un po’ che lavoriamo insieme, adesso cerchiamo di far passare concetti semplici. Ultimamente dobbiamo intensificare questi concetti, perché abbiamo ancora tanto margine di miglioramento.”
Ivo Iaconi, sabato contro il Pescara ha avuto le risposte che si aspettava dalla squadra?
“Abbiamo disputato una buona partita, venendo fuori alla distanza dopo una prima parte di gara non eccellente. Siamo stati compatti e dinamici. Dopo il primo gol, che ci ha aperto un’autostrada e ha messo al sicuro il risultato, la squadra ha dimostrato di saper fare quello che si deve fare in questa categoria, ovvero saper essere compatti, sicuri, aggressivi e attenti in difesa. Noi abbiamo le qualità per fare bene. Siamo sulla buona strada, anche se c’è ancora tanto da fare. Siamo stati bravi noi a rendere inoffensivo il Pescara, soprattutto grazie al nostro possesso palla, e non è stato il Pescara che camminava. Qualcuno ha cercato di sminuire i nostri meriti, ma noi abbiamo dato qualcosa in più degli avversari.”
Da quando è arrivato, lei ha toccato molto le corde dell’orgoglio di questi ragazzi…
“E’ una cosa voluta e calcolata. Il lato più difficile sul quale lavorare è l’aspetto psicologico. Al mio arrivo ho trovato una squadra affranta e avevo notato un senso di debolezza disarmante. Dopo un po’ che lavoriamo insieme, adesso cerchiamo di far passare concetti semplici. Ultimamente dobbiamo intensificare questi concetti, perché abbiamo ancora tanto margine di miglioramento.”
Secondo lei, il Brescia è in grado di reagire e dare continuità di prestazioni e risultati, oppure potrebbe tornare in ansia alla prossima difficoltà?
“La squadra deve lavorare per aumentare l’intensità del lavoro, ma dobbiamo farlo gradualmente e i ragazzi stanno migliorando, sotto questo aspetto. Ci arriveremo, è un percorso avviato. La squadra predilige avere il pallino del gioco in mano. Se saremo bravi a limitare le ripartente – col Pescara ne abbiamo subita solo una da calcio piazzato nostro – questa sarà una buona base di partenza per la nostra crescita.”
Nelle ultime gare si è notato anche come la difesa giocasse molto più alta…
“Fa parte del lavoro che stiamo facendo. Stiamo cercando di migliorare. I risultati danno fiducia, questo è indubbio. A Siena abbiamo disputato una grande partita e poi abbiamo raccolto due vittorie nelle ultime tre gare, e in entrambe le vittorie non abbiamo subìto reti.”
Una cosa su cui sicuramente il Brescia può migliorare, visti anche i granatieri di cui è composta la rosa, è il gioco aereo, soprattutto nei contrasti…
“Siamo un po’ perdenti nel gioco aereo, è vero. E’ un difetto sul quale lavoreremo. Siamo tanto fisici e dovremmo avere la meglio. Però, al di là di questo, nei limiti del possibile, preferirei che gli attaccanti venissero serviti palla al piede.”
Mazzone diceva che prima di allenare il calciatore, bisognerebbe allenare l’uomo. Sembra proprio che sia così anche per lei…
“Non bisognerebbe mai scindere le due componenti: l’aspetto umano e quello professionale. Sono convinto che la differenza vera la faccia la testa, senza cui non si può giocare ad altissimi livelli. Io in campo e anche in allenamento voglio gente che si metta a disposizione, sempre, con il massimo impegno.”
Le è piaciuto Corvia?
“Daniele sta meglio di quanto l’abbia trovato un mese fa al mio arrivo a Brescia. Sabato ha disputato una buona prestazione: è stato perfetto nella fase passiva, un po’ pigro nella fase attiva. Ma al di là di Corvia, bisogna che tutte le punte migliorino la loro posizione quando siamo in possesso palla, per dare un maggiore sbocco alla manovra della squadra. Ma anche su questo stiamo lavorando.”
Arcari, impiegato per l’indisponibilità di Cragno, ha dato sicurezza a tutto il reparto…
“Tra Arcari e Cragno il dualismo c’è. E ritengo che sia uno stimolo per chi è titolare. Cragno è molto maturo per l’età che ha, e complessivamente è sempre stato presente e ha reagito bene ogni volta che è stato chiamato in causa. Arcari, dalla sua, può contare sull’esperienza in più data dai tanti campionati fin qui disputati.”
Il fatto che lei tenga in considerazione così tanto i giovani, può essere un valore aggiunto per loro, ma anche per i veterani…
“La competizione, quando leale, può solo aiutare il gruppo. Io non escludo mai nessuno a priori: chi dimostra di saper ricoprire un ruolo, e di farlo bene, come per esempio Lucas Finazzi, gioca. Questo crea un clima di competizione leale e sana. Chi si arrende, sbaglia.”
Coletti ha iniziato la stagione da titolare inamovibile, ma da un po’ di partite si accomoda in panchina…
“Ho impiegato Tommaso da difensore, ruolo in cui ha reso discretamente. Ma inizialmente l’ho visto un po’ spento. Poi l’evoluzione della costruzione della squadra ha creato una concorrenza agguerrita al centro del campo, con Olivera che adesso sta facendo bene, anche se ancora non come vorrei io.”
Come stanno i vari acciaccati Caracciolo, Cragno e Sodinha?
“Sono tre infortuni in via di guarigione. Soprattutto Cragno e Caracciolo stanno meglio. Per Sodinha sembrava un infortunio grave, ma per fortuna si è rivelato meno grave del previsto.”
Il Presidente Corioni ha appena dichiarato che vorrebbe trattenerla anche l’anno prossimo…
“Ringrazio il Presidente per il suo attestato di stima. E’ un onore, naturalmente, ricevere elogi dal proprio Presidente. Ma ritengo che ora non serva parlare di futuro, a nessuno. L’unica cosa del futuro che ci deve interessare in questo momento è l’Avellino, squadra molto ostica e partita piena di difficoltà, che dovremo affrontare al meglio.”