Calcio Avellino, addio al passato. Uomini Sidigas nella rinascita

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di Claudio De Vito – Angelo D’Angelo aveva intenzione di aspettare fino a stasera prima di firmare da un’altra parte con la speranza di una chiamata del nuovo Calcio Avellino. Il capitano di tante battaglie ha poi capito di non rientrare nei piani del corso Sidigas e allora già ieri pomeriggio si è accodato all’altro senatore Luigi Castaldo sposando l’ambizioso progetto Casertana.

Difficile in ogni caso effettuare scelte in tal senso da parte di un club ancora non strutturato a livello societario e tecnico. Ognuno avanti per la propria strada. Il doppio addio è stato condito con abbondante polemica, ma evidentemente il logorio della costante attesa dell’ultimo mese ha pesato non poco al bivio del futuro. In risposta ai saluti social dei due ex c’è chi ringrazia e chi punge. Ma ora è il momento di voltare pagina e guardare avanti.

Emerge con forza il taglio netto con il passato operato dal Calcio Avellino. Nessun anello di congiunzione in squadra capace di rappresentare la tradizione degli ultimi anni. Piazza pulita rispetto all’Avellino di Walter Taccone nei piani della proprietà, che al massimo potrebbe prelevare dal passato un paio di figure operative all’interno del suo organigramma (segretario e team manager, rispettivamente Tommaso Aloisi e Christian Vecchia). Il Calcio Avellino sarà prevalentemente gestito da uomini Sidigas che l’azienda di De Cesare presterà al mondo del calcio.

In tal senso salgono le quotazioni di Luigi Carbone, in Sidigas da oltre trent’anni e nella Scandone da sette. E’ lui il modello di riferimento del metodo De Cesare: un manager del gruppo diventato direttore operativo nel 2014 dopo l’addio di Marco Aloi. E ora per lui sarebbero pronte a spalancarsi le porte del calcio con un ruolo di rilievo nel management. C’è però bisogno anche di uomini di calcio o quantomeno di un direttore sportivo capace di plasmare staff tecnico e squadra con le sue competenze. In attesa degli incarichi, sarebbe il ds del basket Nicola Alberani a coordinare le operazioni.

Ad oggi soltanto qualche bozza di idea, oltre al corposo investimento mostrato al sindaco Vincenzo Ciampi, che necessita di un’accelerata al di là dei ritardi nella definizione degli organici dalla B a scendere che giocano a favore della macchina organizzativa biancoverde. Il Dipartimento Interregionale ha fatto sapere che gironi e calendari saranno definiti non prima del 20 agosto.  L’esordio in Coppa Italia di Serie D contro il Nola è fissato il 26 agosto, ma potrebbe slittare di qualche giorno.

Se come stabilito allo stato attuale si dovesse giocare a Montemiletto, il rischio delle porte chiuse è concreto perché il “Fina” non riuscirebbe a ospitare un evento di forte impatto dal punto di vista dell’ordine pubblico. Pronto a slittare anche l’inizio del campionato ora previsto il 2 settembre. Ma De Cesare insieme al primo cittadino Ciampi spingerà per l’ammissione straordinario in Serie C. La volontà della Lega B di bloccare i ripescaggi complica le cose, ma l’articolo 50 delle NOIF dispone, infatti, che la modifica dell’ordinamento dei campionati debba “entra(re) in vigore dalla seconda stagione successiva a quella della sua adozione”.

Insomma un progetto non fattibile secondo il regolamento e che consentirebbe a Novara, Catania e Siena di essere ripescate in B con l’aumento a quattro dei posti vacanti nell’organico di C. L’Avellino spera accanto al Bari ma deve mettere su quanto prima una struttura societaria in grado di far valere un diritto non scritto e che ha scatenato già la rivolta di alcuni club del girone C. Sarà un Ferragosto di rinascita per i colori biancoverdi.