Bugie per coprire il capo e salire di carriera. Inchiesta Autostrade, ora Berti inguaia Castellucci

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Si aggraverebbe la posizione dell’ex ad di Autostrade per l’Italia e Atlantia Giovanni Castellucci, ora agli arresti domiciliari dopo l’inchiesta della Procura di Genova a seguito del crollo del Ponte Morandi.

L’ex manager era già finito a processo per la strage di Acqualonga, poi mandato assolto in primo grado ma sulla cui decisione pende il ricorso in Appello che si discuterà a gennaio 2021. Ricorso presentato dall’ex Procuratore capo di Avellino Rosario Cantelmo, ora in pensione ma primo a indagare sulla sicurezza della rete autostradale.

A inguaiare la posizione di Castellucci delle nuove intercettazioni depositate nei giorni scorsi presso il Tribunale del Riesame.

Paolo Berti, altra figura apicale del vecchio management di Autostrade, condannato in primo grado per i fatti di Acqualonga e coinvolto, insieme allo stesso Castellucci e all’altro super-dirigente Michele Donferri Mitelli nell’inchiesta della Procura di Genova sulle barriere fonoassorbenti pericolose, avrebbe mentito al processo sulla strage del bus per uno scatto di carriera e per un aumento di stipendio di circa 400 mila euro. Un comportamento processuale tenuto per coprire il suo superiore Castellucci. “Sulla strage di Avellino ho mentito per coprire il capo” avrebbe detto Berti secondo quanto ricostruito dallo storico quotidiano “Il Secolo XIX“.

Il primo a scoperchia il vaso di Pandora sulla sicurezza, non solo dei viadotti ma anche di barriere e gallerie, fu proprio il Procuratore capo di Avellino, che ha posto le basi per le ulteriori inchieste della magistratura.