Botta e risposta tra Gal Irpinia-Sannio e Gal Irpinia, Buonopane a Chieffo: “Nessun risultato raggiunto in vent’anni”

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La nota di Rino Buonopane, presidente Gal Irpinia-Sannio.

Leggo divertito la patetica arrampicata sugli specchi di Vanni Chieffo, che non solo non spiega cosa ha prodotto in 20 anni di presidenza del Gal Irpina, ma continua imperterrito ad attaccare i sindaci e tutti coloro che, nonostante tutto, si sforzano di amministrare il territorio, giorno dopo giorno tra mille difficoltà. Usa una terminologia che la dice lunga sulla concezione che egli ha del territorio; parla di “conquista” dei comuni, immaginando che questi siano luoghi da occupare e da usare a piacimento per continuare ad occupare la poltrona alla quale è attaccato da due decenni. Nel frattempo, però, non dà prova di un solo obiettivo raggiunto nell’interesse dell’Irpinia, né spiega come sono stati gestiti i fondi messi a sua disposizione dalla Regione Campania.

Noi abbiamo discusso con i Primi cittadini, con gli assessori, con la gente, con le aziende operanti sul territorio, con le associazioni di categoria; abbiamo ascoltato le loro esigenze, abbiamo raccolto le proteste contro il sistema che Chieffo incarna ormai da tanto, troppo tempo, e che immagina di aver camuffato bene con quattro convegni che seguono il nulla di cinque anni. Dice di aver spiegato una strategia in tre mesi, e ciò nonostante ha perso per strada larga parte dei comuni che prima aderivano al suo Gal. Possibile che tanti comuni, in larga parte del suo partito, siano andati via solo – come egli sostiene – per ambizioni personali dei sindaci? O sarà forse perché i sindaci hanno messo in discussione i suoi metodi di gestione? E forse anche perché c’è una diffusa delusione in giro per il nulla prodotto e per l’arroganza di chi gestisce per conto di padrini e madrine.

Chieffo parla di omogeneità del territorio e continua a non spiegare la irrazionale quanto bizzarra decisione di mandare i comuni dell’Alta Irpinia in un Gal del salernitano, violentandone la natura, pregiudicando la possibilità di interventi a sostegno delle aziende operanti sul posto, condannando quelle comunità a non avere i benefici propri di un Gruppo di azione locale espressione vera del territorio. Una decisione tanto scellerata, quella assunta dai padrini e dalle madrine di Chieffo, da distruggere il Distretto delle Acque, vera grande ricchezza della nostra Irpinia.

Insomma, Chieffo, lui gran peones – è stato presidente di non si sa quanti enti – avrebbe fatto meglio a tacere. Avrebbe evitato il ridicolo, e anche il patetico. E avrebbe portato rispetto, forse per la prima volta, per quei sindaci che ogni giorno amministrano le proprie comunità con determinazione, fatica e abnegazione.

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