Ecco quali sono le agevolazioni, per famiglie in vigore per il 2017, nel dettaglio.
1) Bonus bebè 2017: consiste in un assegno di 80 euro al mese (960,00 euro all’anno) per ciascun figlio nato o adottato dal 1° gennaio 2015 al 31 dicembre 2017 per la durata massima di 3 anni di età. A chi spetta. L’assegno è partito dall’1 gennaio 2015 per le neomamme e famiglie adottive con ISEE sotto i 25mila euro mentre per le famiglie a basso reddito fino a 7mila euro l’importo dell’assegno è raddoppiato e passa da 80 a 160 euro.
Come richiederla. I genitori in possesso dei requisiti devono presentare domanda compilando l’apposito modulo INPS assegno di natalità – bonus bebè e presentare la richiesta:
– andando su www.inps.it – Servizi on line. Prima però bisogna attivare un PIN personale;
– chiamando il numero verde 803.164 (numero gratuito da rete fissa) o il numero 06 164 164 (numero per cellulari);
– attraverso i patronati.
Ecco come presentare domanda all’Inps
Per maggiori info: Inps e assegno di natalità
2) Premio alla nascita o premio mamma domani: è la novità del 2017. Il bonus mamme domani o “premio alla nascita” è stato approvato nella legge di stabilità 2017 firmata dal Senato lo scorso 7 dicembre. E’ un premio una tantum da 800 euro da dare alle future mamme al settimo mese di gravidanza. Valido dal 1° gennaio 2017.
Come richiederlo. Non è ancora stata presentata la procedura per la richiesta.
A chi spetta. Non ha vincoli Isee. E’ per tutte le future mamme al settimo mese di gravidanza.
A quanto ammonta. 800 euro una tantum.
Per maggiori info: premio alla nascita 2017.
3) Bonus nido 2017: 1.000 euro all’anno, corrisposti in 11 mensilità, per il pagamento delle rette dell’asilo nido. E’ il bonus nido 2017, novità della legge di stabilità firmata il 7 dicembre dal Senato. Il buono vale per i bambini nati dal 2016 e potrà essere percepito per al massimo tre anni. Da non confondere con i voucher asili nido e babysitter.
Come richiederlo. Bisogna aspettare istruzioni.
A chi spetta. Non ci sono limiti di reddito.
A quanto ammonta. 1.000 euro annui, divisi in 11 mensilità.
Questo beneficio non è cumulabile con la detrazione fiscale per le spese documentate di iscrizione in asili nido sostenute dai genitori (una detrazione fiscale pari al 19% sul totale delle spese annue documentate, sostenute fino a un massimo di 632 euro).
Non è cumulabile neppure con i voucher asili nido o babysitter, misura già in vigore nel 2016 e prorogata nel 2017.
4) Voucher asilo nido e baby sitter: è un’agevolazione di 600 euro al mese (totale 3.600 euro) per sei mesi massimi che spetta alle mamme lavoratrici dipendenti o iscritte alla gestione separata INPS che tornano al lavoro dopo la maternità obbligatoria.
Dal 2016 questa agevolazione spetta anche alle lavoratrici autonome non parasubordinate (non iscritte alla gestione separata INPS) e alle imprenditrici. Per queste figure, il periodo fruibile dei voucher è ridotto della metà, per cui per 3 mesi per un totale di 1800 euro
Come funziona. Entro gli 11 mesi successivi al rientro dopo la maternità obbligatoria, al posto del congedo parentale, le neomamme lavoratrici possono utilizzare il voucher baby sitter o asili nido, un assegno per pagare le spese di una baby sitter o di un asilo nido pari a 600 euro al mese per sei mesi (3.600 euro totali).
Come avere il contributo. Il contributo per la retta dell’asilo sarà erogato direttamente dalla struttura. Il servizio baby sitter viene erogato attraverso il sistema dei buoni lavoro che saranno ritirati dalle lavoratrici presso la sede provinciale INPS entro e non oltre 120 giorni dalla ricezione della comunicazione di accoglimento della domanda. La madre potrà ritirare i voucher in un’unica soluzione oppure scegliere di ritirarli a cadenza mensile.
Per maggiori info: voucher asilo nido e baby sitter 2017.
5) Fondo credito nuovi nati
Bisognerà aspettare la fine di marzo per poter usufruire di un’altra agevolazione, il fondo crediti nuovi nati. Come spiega il ministro Costa, è “destinato a fornire garanzie sui piccoli prestiti concessi alle famiglie che avranno o adotteranno un figlio a partire dal 2017”.
Un passo “importante e molto consistente anche dal punto di vista finanziario, in un percorso pluriennale di supporto: la necessità di sostegno ai genitori non si esaurisce nei primi anni di vita dei figli, molto gravosi dal punto di vista economico e sul piano della conciliazione con il lavoro, ma riguarda tutto il percorso di crescita dei ragazzi”.
A chi spetta e come funziona: l’Inps sta aggiornando la pagina con i requisiti.
Per avere un’idea degli importi degli scorsi anni, per i figli nati nel 2009, 2010 e 2011 era possibile avere fino a 5mila euro, da rendere entro massimo 5 anni.
Tasso annuo effettivo globale fisso (Taeg) non superiore al 50% del tasso effettivo globale medio (Tegm). Per le famiglie dei bambini nati o adottati nell’anno 2009 che siano portatori di malattie rare era previsto, in aggiunta, un contributo che riduceva ulteriormente il tasso di interesse (TAEG) allo 0,5%.
Per info: fondo nuovi nati sul sito Inps
6) Nuovo congedo parentale: è stato esteso dal Jobs Act il congedo parentale retribuito al 30%, dai tre ai sei anni del figlio (otto per le famiglie a basso reddito) e non retribuito dagli attuali otto anni del figlio a 12 anni. Si può chiedere anche a ore, leggi come, nell’articolo: congedo parentale a ore, e sul sito dell’INPS
7) Congedo paternità 2017 E’ stato prorogato anche nel 2017 il congedo obbligatorio di due giorni per i papà. Da fruire entro i cinque mesi dalla nascita del figlio. Il congedo papà è un congedo di astensione dal lavoro che spetta ai lavoratori dipendenti in occasione della nascita del figlio o a genitori affidatari o adottivi entro e non oltre il 5° mese di vita del bambino.
La novità del 2016 e prorogata nel 2017? In via sperimentale è stato aumentato il congedo obbligatorio per i papà da 1 a 2 giorni. Ed è stato mantenuto a 2 giorni il congedo facoltativo.
Quanto spetta al papà in congedo? Il 100% della retribuzione.
Come richiedere il congedo paternità? Sono previste due modalità:
Se l’indennità di congedo è anticipata dal datore di lavoro la richiesta deve essere presentata in forma scritta al datore di lavoro. In questa comunicazione dovranno essere indicate le date in cui il papà intende fruire dell’astensione dal lavoro, con un anticipo di almeno 15 giorni, o data presunta del parto, se intende utilizzare i giorni spettanti in occasione della nascita del figlio.
Se l’indennità avviene in modo diretto da parte dell’INPS, la domanda deve essere presentata per via telematica all’istituto attraverso i servizi telematici:
– Direttamente compilando il modulo domanda congedo papà INPS: se si possiede il PIN – dispositivo INPS;
– tramite Contact Center integrato – n. 803164;
– oppure, tramite Patronati.
Leggi tutto sul congedo papà 2017
8) Esenzione ticket: riconosciuta ai cittadini per basso reddito, gravidanza, patologie croniche, tumori, invalidità, diagnosi precoce dei tumori e test HIV. Per verificare requisiti e modalità, consultare il sito del Ministero della Salute o il sito del Comune di residenza a Asl.
9) Sconti sulle bollette di casa: sono agevolazioni fiscali previste per le famiglie a basso reddito che prevedono una riduzione o sconto in bolletta. I bonus confermati anche per il prossimo anno sono: bonus luce e gas e bonus acqua.
A chi spetta. A differenza del bonus gas e luce, richiedibile da tutti i cittadini con determinati requisiti che risiedono in Italia (controlla se hai i requisiti sul sito dell’AEEG, Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico), il bonus acqua è richiedibile solo in alcuni Comuni. Verifica se ti spetta quindi lo sconto in bolletta chiedendo al CAF o verificando con il Comune di residenza.
Come richiederli. Il bonus gas e luce va richiesto tramite CAF, il quale invia per via telematica la domanda al distributore che, dopo aver verificato il possesso dei requisiti di accesso, conferma tramite specifica comunicazione il riconoscimento del bonus e lo sconto in bolletta per un anno. Il limite di reddito ISEE per accedere al contributo è pari a 7.500 euro e non superiore a 20.000 euro per le famiglie numerose con più di 3 figli a carico. Informazioni sul sito Anci
Il bonus acqua va richiesto in base alle specifiche di ogni Comune.
10) Riduzione del 50% del canone telefonico: per le famiglie a basso reddito è possibile richiedere sconti sul canone telefonico Telecom.
A chi spetta. Abbonamento mensile ridotto al 50% per chi ha un reddito familiare non superiore a 6.713,94 € e con una persona a l’interno del nucleo famigliare titolare di pensione di invalidità civile o assegno sociale, oppure, con più di 75 anni o se il capo famiglia è disoccupato. E’ possibile richiederlo solo se si ha un contratto telefonico con questo gestore e solo sul canone mensile. Quindi lo sconto non è sulle telefonate.
Informazioni sul sito Anci
11) Esenzione canone RAI 2017: sono previste esenzioni dal pagamento del canone per chi ha più di 75 anni con reddito ISEE fino a 6.713,98 euro.
Come richiederlo. La domanda va fatta all’Agenzia delle Entrate tramite apposito modulo di dichiarazione. Per info: sito dell’Agenzia delle Entrate e modulo esenzione canone RAI e Rai.it
Per maggiori info: agenzia delle entrate
12) Esenzione/riduzione tassa sui rifiuti: le regioni possono stabilire chi ha diritto ad avere la riduzione o esenzione della tassa sui rifiuti, la nuova TARI. Ciascuna regione può decidere se e quando prevedere di bonus, il limite di reddito e la composizione del nucleo familiare. Per cui, per sapere come richiedere lo sconto in bolletta è necessario verificare al CAF e al proprio Comune le modalità di erogazione dell’eventuale agevolazione.
13) Spese detraibili affitto: è un’agevolazione che consente di detrarre dalla dichiarazione dei redditi con modello 730 o Unico per le spese di locazione dell’abitazione principale.
A chi spetta. Tale detrazione spese affitto famiglie a reddito basso consiste nel poter scaricare dalle tasse 300 euro per chi ha un reddito complessivo fino a 15.493,71 euro e 150 euro per chi è tra i 15.493,71 euro e 30.987,41 euro. Ci sono detrazione anche per i giovani sotto i 35 anni, giovani in affitto, contratti in cedolare secca, canoni di affitto terreni agricoli e per i lavoratori che si trasferiscono nel Comune in cui lavorano.
Fonte: guidafisco.it
14) Assegno di maternità 2017 dello Stato: per madri naturali o adottive ma anche padri che però siano lavoratori anche precari.
A chi è rivolta. Requisito fondamentale: essere residenti in Italia ed essere cittadini italiani, comunitari o extracomunitari.
Inoltre i requisiti che la madre deve possedere per aver diritto all’assegno sono:
è una lavoratrice che ha diritto all’indennità di maternità (o ad altro trattamento economico per maternità) e che ha tre mesi di contribuzione per maternità nel periodo compreso tra i 18 ed i 9 mesi precedenti la data del parto (o l’ingresso in famiglia del minore adottato/affidato);
è una lavoratrice che è stata licenziata (o che ha presentato le dimissioni) e che ha tre mesi di contribuzione per maternità nel periodo compreso tra i 18 ed i 9 mesi precedenti la data del parto (o l’ingresso in famiglia del minore adottato/affidato);
è una lavoratrice disoccupata che ha fruito in passato di determinate prestazioni economiche (mobilità – disoccupazione ordinaria o con requisiti ridotti – CIGO o CIGS – malattia – maternità – ASU o LPU) a condizione che tra l’ultimo giorno della prestazione economica fruita e la data del parto (o ingresso in famiglia) non sia trascorso un periodo superiore a quello di godimento della prestazione stessa; in ogni caso, il periodo tra l’ultimo giorno di godimento della prestazione e la data del parto non può essere superiore a 9 mesi.
L’importo viene rivalutato annualmente e bisognerà attendere la nuova circolare INPS per il primi di febbraio.
Come presentare la domanda. La domanda va presentata per via telematica all’INPS entro sei mesi dalla nascita del bambino o in caso di adozione o affidamento, dalla data di ingresso del minore in famiglia. Altre info. Per approfondire sul sito dell’INPS
15) Assegno di maternità 2017 dei Comuni è un contributo indirizzato alle madri disoccupate e casalinghe. La richiesta va presentata al Comune di residenza entro sei mesi dalla nascita del bimbo e dalla sua entrata in famiglia se adottato o preso in affido. Il beneficio è riconosciuto anche alle mamme extracomunitarie che, entro sei mesi dalla nascita del bambino, presentano la documentazione per la richiesta + permesso soggiorno.
A chi è rivolto. L’assegno a carico del Comune è riservato alle mamme disoccupate e casalinghe che non lavorano o che non possono far valere almeno 3 mesi di contributi negli ultimi 18 mesi, che hanno partorito, adottato o ricevuto in affidamento preadottivo un bambino.
L’importo dell’assegno viene rivalutato dal Comune ogni anno in base all’adeguamento ISTAT. Per sapere i nuovi importi 2017 bisogna aspettare che l’INPS pubblichi l’adeguamento, solitamente intorno al mese di aprile.
Come presentare la domanda. La domanda si presenta con modulo INPS da trasmettere online con i servizi telematici dell’istituto. Altre info. Per approfondire sul sito dell’INPS
16) Riduzione retta asili nido e altri servizi educativi per l’infanzia e mense scolastiche. Chiedere al proprio comune di residenza;
17) Borse di studio e riduzioni delle tasse universitarie e del diritto allo studio. Da verificare con le singole Università.
18) Mutuo acquisto prima casa: rivolto alle giovani coppie dove almeno uno dei due componenti non ha superato i 35 anni, famiglie con un solo genitore e figli minorenni, giovani sotto i 35 anni con contratto di lavoro atipico. Per maggiori info, Associazione Bancaria Italiana.
fonte: INPS