Bonito, no all’antenna. Il 15 dibattito sull’elettromagnetismo

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Bonito – Si terrà il 15 aprile, nel Convento Francescano, un dibattito pubblico per parlare di elettromagnetismo, di prevenzione e di democrazia, organizzato da “Libertà è partecipazione”. Il comitato apolitico è impegnato in una battaglia per impedire la realizzazione di un’antenna per la telefonia mobile in località Cinquegrana. Raccolte oltre settecento firme per dire “No!” al grosso traliccio. Purtroppo l’iter per la realizzazione dell’infrastruttura è già in fase avanzata con la realizzazione della piattaforma, nonostante il Comune di Bonito abbia tentato di bloccare i lavori, proponendo anche un sito alternativo presso il Pip, ma il Tar ha dato ragione alla società specializzata in infrastrutture per la rete radiomobile.

Solo qualche giorno fa ci siamo occupati di un’altra antenna che la stessa società sta tentando di realizzare a Difesa Grande, tra Melito Irpino e Grottaminarda, ebbene i due territori sono limitrofi, 6 o 7 km di distanza ma molto più vicini in linea d’aria. Tra l’altro l’antenna di Cinquegrana sta sorgendo a 100 metri da un altro traliccio per la telefonia posizionato lungo il tratto autostradale. Ai residenti non è dato sapere se la nuova antenna andrà a sostituire l’altra o davvero dovranno convivere con un campo elettromagnetico di tale potenza. Proprio lì sotto vi sono diverse case, compresa quella dei proprietari che hanno concesso il terreno per la realizzazione. Ma anche il circondario, nonostante si tratti di una zona rurale, è piuttosto densamente abitato.

Il vicinato non è stato mai informato di nulla: «Crediamo – afferma Antonio Sorrentino, tra i promotori del comitato, composto soprattutto da giovani dottori – che sia giusto che i cittadini debbano essere sempre informati, in particolar modo su decisioni che riguardano la tutela della salute. A noi invece non è stato detto nulla. Né prima della realizzazione, né dopo quando abbiamo iniziato a porre una serie di domande alle quali non abbiamo mai ricevuto alcuna riposta. La popolazione non è stata prontamente informata dell’installazione di tale antenna così a ridosso delle abitazioni. Atteggiamento grave in quanto la comunità dovrebbe essere preventivamente interpellata e partecipare attivamente ai processi decisionali in quanto diretti interessati. Non si è minimamente pensato ad individuare siti alternativi idonei a ridurre al minimo possibile l’esposizione della popolazione alle radiazioni elettromagnetiche».

Il Comitato in primo luogo è preoccupato per le ripercussioni sulla salute pubblica derivanti dall’istallazione dell’infrastruttura e del fatto che di questi rischi si parli troppo poco. Da qui la necessità di un incontro pubblico per approfondire l’argomento.
«Ci sono alcuni studi degni di interesse – spiega il giovane medico – che vanno da quello effettuato dall’istituto Ramazzini a quello effettuato dal National Toxicologic Program i quali vanno a confermare quanto sia importante in questo periodo di veloce e notevole sviluppo della telecomunicazione, attuare il massimo degli sforzi per soddisfare il “principio di precauzione”. Inoltre va ricordato quello che dice l’articolo 15 della Dichiarazione di Rio sull’Ambiente e lo Sviluppo (1992), che troppo spesso viene dimenticato: “Ove vi siano minacce di danno serio o irreversibile, l’assenza di certezze scientifiche non deve essere usata come ragione per impedire che si adottino misure di prevenzione della degradazione ambientale”».