Avellino – Coach dell’anno, unico insieme a Simone Pianigiani di Siena a qualificarsi già per le semifinali scudetto e traghettatore dell’Air in Eurolega. Matteo Boniciolli ha confezionato un vero e proprio capolavoro, trasformando la squadra di una cittadina di 60mila abitanti in una delle 32 superpotenze del basket europeo. “Senza dubbio l’impresa più bella alla quale mi sia mai capitato di partecipare – sentenzia il coach – in passato ho vinto con la nazionale, ho giocato le finali scudetto e le top16 di Eurolega, ma questo, per il valore che ha, non ha niente a che vedere con il resto. E’ come se avessimo già vinto lo scudetto”. Già, il tricolore. In un mondo perfetto, sarebbe l’ultimo tassello del ‘miracolo’ biancoverde. Ad oggi, comunque, la Scandone è l’unica delle squadre italiane ancora in corsa ad essersi qualificata in Eurolega da vincente. “A differenza degli altri – spiega Boniciolli – non abbiamo assolutamente nulla da perdere, perché non abbiamo pressioni sulle spalle e arriviamo alle semifinali con la partecipazione all’Eurolega e la Coppa Italia in tasca. A differenza di Roma o Siena, che sono obbligate a vincere qualcosa per accontentare la piazza e giustificare investimenti di milioni e milioni di euro, noi potremmo addirittura andarcene in vacanza. Quel che è certo è che proveremo a competere fino alla fine, ma con la serenità e la tranquillità che a questo punto della stagione possiamo permetterci. Ovviamente – continua Boniciolli – spero di avere a disposizione Radulovic per il prosieguo del nostro cammino: Nikola ha preso una forte botta alla mano e senza lui e Righetti il discorso inizierebbe a farsi complicato”.
Ma Avellino è pronta per diventare la nuova Pesaro?.
“Questo dipende da Avellino – dice il coach -. Bisogna rendersi conto che avere il nome della propria città che gira per le più importanti capitali europee è un vantaggio enorme da non sottovalutare. La società, che fino ad oggi ci ha garantito una serenità e una professionalità invidiabili, avrà bisogno di ulteriori aiuti. Non possiamo pensare che Ercolino sia costretto a chiudere i cantieri o Preziosi sia costretto a vendere i pullman per garantire un team da Eurolega. A questi standard lo sforzo economico è alto, c’è bisogno di almeno 12 giocatori di livello e di una serie di servizi fondamentali. L’importante – continua – è che si capisca che questo non deve rimanere il classico ‘miracolo’ isolato, ma deve essere la base per programmare e costruire qualcosa di serio e importante. L’esempio di Napoli è a pochi passi da noi, dove un grande presidente come Maione ha dovuto sopportare l’umiliazione di uno sciopero dei giocatori”.
E per Boniciolli, tra la gioia di partecipare alla prossima Eurolega e il lavoro per allestire una squadra competitiva, che estate sarà?
“Il lavoro non mi spaventa – chiosa il coach – da mesi sto parlando con gli agenti e visionando cassette di possibili innesti. Paradossalmente, è più facile fare il mercato ora, perché prima per alcuni venire ad Avellino era l’ultima spiaggia, ora sono gli agenti a chiamare me per mandare i propri giocatori qui, dove avrebbero gli occhi dell’Europa e degli scout Nba puntati addosso. Deve esser chiaro che bisogna costruire un progetto solido e chiaro, abbiamo tutto il tempo per farlo e questo è un vantaggio. Indipendentemente dal mio ruolo, Avellino dovrà essere in grado di partecipare dignitosamente all’Eurolega e con un progetto alle spalle, con un palasport adeguato e una società forte. Non possiamo permetterci di andare allo sbando, come il campagnolo che arriva per la prima volta nella grande metropoli: sarebbe un disastro”.
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