La fine anticipata della consiliatura della sindaca Laura Nargi mi ha consegnato due suggestioni. Una legata ad un fatto molto noto e assai risalente nel tempo, l’altra invece più vicina ai giorni nostri. La prima. Per una manciata di ore la fine della consiliatura Nargi sarebbe caduta in un anniversario infausto per la storia di un’ altra citta’. Proprio il 18 luglio del 64 d.c la città di Roma fu largamente devastata da un incendio. Quello che per secoli è stato addebitato a Nerone, l’imperatore megalomane che a parole diceva di amare la città, ma non avrebbe esitato a bruciarla, secondo una larga produzione storica, per fare posto alle sue opere, che ne avrebbero dovuto celebrare la grandezza e per incolpare i cristiani. Negli ultimi anni, la figura di Nerone e’ stata un poco rivalutata. Anche le stesse cause dell’incendio, attribuite a un fenomeno di sovraffollamento. Ma ormai il “revisionismo” e’ diventato una moda. Le “fiamme” che hanno divorato l’amministrazione cittadina sono una cosa diversa. In questa circostanza, l’autore e le cause dell’incendio sono ben note. I motivi pure abbastanza compatibili con quelli che avevano portato all’incendio di Roma, a partire dall’ego personale spacciato per bene della res publica. Ovviamente non sono un catastrofista. Non penso che il commissariamento sia l’Apocalisse. Anzi, probabilmente servirà ad una bonifica che pure timidamente aveva avviato la sindaca Nargi. Inutile pure che vi rappresenti chi è Nerone. Ma questo è l’unico passaggio che gli dedicheremo. E’ ora che la brillantina diventi naftalina e questa buia parentesi venga messa nell’armadio, come gli abiti che non sono adatti per tutte le stagioni. La seconda suggestione. E’ notizia di questi giorni che in alcune sedute di esame gli studenti abbiano deciso di rinunciare alla prova orale perché in protesta contro il sistema che deve decidere i punteggi. Volendo trovare una attenuante ai cosiddetti gruppi “festiani” in consiglio comunale, e’ un po’ quello che hanno fatto i consiglieri dei gruppi Davvero e W La Libertà, quei pochi rimasti. Che sono rimasti in silenzio, per la verità già prima dell’ultima prova di maturità in aula che li attendeva. Una scelta a metà tra il mutismo selettivo (ovviamente leggetela solo come un’analogia dal film e nessun riferimento a chi purtroppo soffre per questa condizione) di Lorenzo, il piccolo attore del film “Sole a catinelle” e quello dei maturandi di questa sessione di esami 2024/2025. Penso che per loro non ci sarebbe esito che tenga: bocciati. Senza appelli. Sulla sindaca uscente non mi soffermo, perché il rispetto per la sua funzione istituzionale e per l’ annus horribilis che ha vissuto come donna impongono di non continuare con quello che potrebbe sembrare un “accanimento”. Una cosa positiva l’ esperienza traumatica di questo anno però la restituisce: il comportamento della sindaca uscente Laura Nargi e dei consiglieri che fino all’ultima seduta gli sono stati vicino. Dalla sindrome di Stoccolma si può anche guarire.
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