BLOG/ La Valle del Sabato e la conversione ecologica invocata dal Papa

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Antonella Marano – “I giovani esigono da noi un cambiamento. Essi si domandano com’è possibile che si pretenda di costruire un futuro migliore senza pensare alla crisi ambientale (…). La terra, nostra casa, sembra trasformarsi sempre più in un immenso deposito di immondizia. In molti luoghi del pianeta, gli anziani ricordano con nostalgia i paesaggi d’altri tempi, che ora appaiono sommersi da spazzatura”.

E’ quanto si legge in un passaggio di Laudato si’, l’enciclica scritta da Papa Bergoglio nel 2015 e ispirata ai temi ambientali e alla cura della “nostra casa”, la Terra. Le parole del Santo Padre si spingono oltre gli appelli “ambientalisti” e toccano concretamente il problema della salute pubblica.

“Tanto i rifiuti industriali quanto i prodotti chimici utilizzati nelle città e nei campi, possono produrre un effetto di bio-accumulazione negli organismi degli abitanti delle zone limitrofe, che si verifica anche quando il livello di presenza di un elemento tossico in un luogo è basso. Molte volte si prendono misure solo quando si sono prodotti effetti irreversibili per la salute delle persone”.

Ecco, di effetti irreversibili per la salute ne sa qualcosa Borgo Ferrovia con l’Isochimica. Ora si inizia a concretizzare l’idea di bonifica, ma eufemisticamente, possiamo dire che negli anni qualche danno quella fabbrica lo ha provocato. Possono testimoniarlo i familiari di chi, in quell’ampolla pregna di eternit, ci ha lavorato per anni con tanto sacrificio. Perché il lavoro è un diritto ma sicuramente lo è molto di più la vita.

Quando ho iniziato a scrivere e ad appassionarmi all’attività giornalistica avevo 18 anni e, dopo qualche anno, ho avuto la fortuna di conoscere Franco Mazza. Senza dubbio un ottimo medico, ma soprattutto un cittadino che da sempre ha avuto a cuore le problematiche legate alla salute pubblica e al tema dell’inquinamento ambientale: il rogo alla Irm di Manocalzati, il CDR, le ecoballe. Insomma la diapositiva dei ricordi getta davanti ai miei occhi tutto l’impegno profuso da Mazza negli anni, costante e continuo.

Salviamo la nostra Valle del Sabato. Quante volte lo abbiamo detto. Quante volte ci siamo indignati, di fronte, alle conseguenze dettate dall’inquinamento. Ricordo le prime proteste, le prime petizioni popolari e tutto il percorso rafforzato da chi, combattendo questa eterna battaglia contro i mulini a vento, l’ha sostenuto ed ha voluto sostenerlo.

Sono tanti gli appelli lanciati alle Istituzioni, agli imprenditori, alla politica ma intanto cresciamo, invecchiamo e la nostra Valle continua ad essere violentata dall’inquinamento e da chi irrispettoso della vita stessa continua a deturparla.

Ma oltre ai pensieri e alle parole, tutti, anche coloro i quali non vivono direttamente in quelle zone, dovrebbero fare un passo in avanti proprio nel rispetto della vita e del benessere della “nostra casa”.

L’unico modo per farlo è unirsi a questa grande battaglia, silenziosa ma molto concreta, che nel quotidiano realizzano le associazioni ambientaliste tra quei comuni che abbracciano il nucleo industriale.

Quanto accaduto giorni fa al fiume Sabato è, poi, solo l’ennesimo colpo al cuore inferto ad un’ambiente prezioso che esige di essere tutelato in primis dallo Stato e da chi è responsabile della salute pubblica e al tempo stesso dai diretti interessati, i cittadini, per i quali la cura del proprio habitat dovrebbe incidere tanto quanto la cura dei propri polmoni allo stesso modo in cui si richiede e ci si aspetta poi il diritto ad un’assistenza sanitaria garantita.

Oltre ai controlli delle forze dell’Ordine e dell’Arpac si fa sempre più forte la necessità di un monitoraggio concreto da parte dei cittadini. Essere le sentinelle del territorio, denunciare le azioni criminose perpetrate a danno dell’ambiente. Se vengono sversati rifiuti pericolosi o scarti industriali nelle acque di un fiume già sensibile e vulnerabile bisogna raggiungere la prima caserma e denunciare. Bisogna abbattere quel muro di omertà che altro non fa che danneggiare noi stessi e la nostra salute.

Nulla ci viene regalato pur essendo la vita stessa un dono. Lo stesso Franco Mazza, presidente dell’associazione ‘Salviamo la Valle del Sabato’, ha ribadito che “è giunto il momento di divenire le sentinelle del territorio. E così sarà. perché la Valle del sabato è un ambiente malato da tutti i punti di vista”. E’ stato egli stesso a definirla una nuova ‘Terra dei fuochi’.

E torniamo a Papa Francesco: “Dobbiamo anche riconoscere che alcuni cristiani impegnati e dediti alla preghiera, con il pretesto del realismo e della pragmaticità, spesso si fanno beffe delle preoccupazioni per l’ambiente. Altri sono passivi, non si decidono a cambiare le proprie abitudini e diventano incoerenti. Manca loro dunque una conversione ecologica”. L’attenzione dedicata all’ambiente dal Pontefice è così predominante al punto da arrivare a parlare di “conversione ecologica”, una definizione mutuata da Alex Langer, ecologista e fondatore dei Verdi.

Alcuni passaggi voglio evidenziarli affinché tutti leggendo possano riflettere su quanto di importante abbiamo tra le mani e rischiamo di perdere.

“Le cause dell’emergenza ecologica non risalgono a una cricca dittatoriale di congiurati assetati di profitto e di distruzione, bensì ricevono quotidianamente un massiccio e pressoché plebiscitario consenso di popolo.” Ed ancora: “Se non si radica una concezione alternativa e se non si cerca in quella prospettiva il nuovo benessere, nessun singolo provvedimento, per quanto razionale, sarà al riparo dall’essere ostinatamente osteggiato, eluso o semplicemente disatteso”.

Ora facciamo tesoro dell’impegno di chi vuole reagire di fronte al dramma e alle conseguenze dell’inquinamento ed uniamoci tutti in questa battaglia. La nostra battaglia per la vita.

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