“Il Consiglio di Stato ha confermato oggi ciò che le comunità di Altavilla Irpina, Montefusco, Santa Paolina, Petruro Irpino e Tufo sostengono da anni: il biodigestore a Chianche è un progetto incompatibile con il territorio e frutto di un metodo amministrativo sordo e irresponsabile.
La sentenza, che segue quella del TAR, non è una semplice vittoria legale, ma un atto di giustizia per l’Irpinia.
La Regione Campania ha tentato di imporre un’opera devastante nel cuore del corridoio ecologico europeo e della zona del Greco di Tufo, ignorando deliberatamente le enormi criticità dell’area: dalla fragilità paesaggistica e agricola all’assenza di valutazioni serie sul traffico indotto. Non ha tenuto conto della volontà dei cittadini, dei comuni e dei produttori, trattati come comparse.
Questa vicenda dimostra due verità inoppugnabili, ovvero che la politica non è esercizio di potere, ma servizio al bene comune. Ma soprattutto che i territori e le aree interne non sono una colonia da sfruttare, ma un patrimonio da difendere. Sia chiaro ora alla Regione Campania che è il momento di archiviare definitivamente il progetto e di aprire un confronto trasparente sui piani rifiuti, puntando su sostenibilità, economia circolare e riconversione delle aree dismesse. Soprattutto per rispettare l’autonomia delle comunità locali, ascoltando chi vive e tutela questi luoghi ogni giorno. La posta in gioco non è solo un biodigestore, ma la credibilità delle istituzioni. Oggi l’Irpinia ha vinto. Ma la battaglia per una politica finalmente responsabile è appena iniziata”. Così in una nota Arturo Bonito, Segretario Provinciale PRC Federazione Irpina.
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