di Claudio De Vito. Può un allenatore rimanere alla guida di una squadra senza la fiducia della società? A quanto pare sì, ma soltanto ad Avellino dove ieri è andato in scena l’ennesimo paradosso di una gestione societaria che non smette mai di regalare spunti di profonda riflessione. Giovanni Ignoffo, di fatto silurato dopo il k.o. di Pagani, è stato miracolosamente riabilitato costringendo Eziolino Capuano a rimanere ancora una volta a bocca asciutta.
Eppure il successore designato, con il quale l’accordo era totale, era pronto a mettersi in auto da Salerno raggiungendo così l’Irpinia in poco tempo. Ecco allora che il pasticcio diventa doppio: nei confronti di chi siede ancora sulla panchina e di chi si apprestava a sedersi su. Sì perché Capuano aveva già in mente di dare continuità al progetto tattico di 3-5-2 puntando forte su Karic e Micovschi.
Ma non solo. Sulla scorta dell’intesa raggiunta con Mauriello, il virtuale allenatore dell’Avellino stava già pensando alla gara con il Bari. Tutto vano. Il club non ha potuto esonerare Ignoffo per via delle note problematiche finanziarie. Improponibile l’esonero al cospetto dell’amministratore giudiziario e dei commissari, né tantomeno un altro ingaggio, quello del collaboratore di Capuano, Giuseppe Padovano.
Tutto inalterato, o quasi, allora. Alle 15 Ignoffo ritroverà in campo la squadra per la ripresa degli allenamenti. Dopo tutto il caos di ieri, bisognerà far finta di nulla per approcciare nel migliore di modi la settimana che porta alla sfida con il Bari. A seguire ci saranno Ternana e Reggina. Insomma non proprio una passeggiata per un gruppo alla ricerca di serenità per ricompattarsi. Quella serenità che anche i tifosi gradirebbero: domenica il Partenio si rischia un flop di presenze peggiore per una partita storicamente di cartello.