Battista(Amici della Terra Irpinia): “Dopo referendum scelte sagge”

0
63

L’associazione di politica ambientale Amici della Terra commenta così i risultati del referendum del 12 e 13 giugno 2011: “La bella Italia che ha partecipato al referendum e che ha indicato la direzione da seguire – dichiara Luca Battista, presidente di ‘Amici della Terra Irpinia’ -, adesso deve avere la possibilità di scegliere i propri rappresentanti politici. Le scelte referendarie comportano delle assolute prese di responsabilità, in particolare sulle questioni energetiche: non possiamo lasciare la scelta legislativa ai ‘deresponsabilizzati’ parlamentari. La priorità, ora, è cambiare questa pessima legge elettorale”.
Per quanto riguarda la vittoria del sì ai quesiti sull’acqua, aggiunge Battista, “si tratta di un risultato che esalta la volontà politica delle amministrazioni locali, senza distinzione di colori di partito. Comuni e Province, con poche eccezioni, hanno sempre difeso strenuamente il loro conflitto d’interesse di un servizio gestito da proprie aziende. Con il ritorno delle gestioni «in house» a tappeto (già oggi è il 60% del totale e un altro 33% sono Spa miste a maggioranza pubblica), probabilmente si ridurrà il tasso di concorrenza e trasparenza, mentre si accentueranno le difficoltà nel reperire i finanziamenti necessari.
Dei 64 miliardi di investimenti programmati dal sistema bancario, per impianti di depurazione, per l’ammodernamento delle reti idriche e fognarie, per i piani d’ambito, si rafforza l’«illusione fiscale» che la riduzione della tariffa corrisponda alla riduzione dei costi, mentre ci si limita solo ad aumentare i disavanzi di gestione o l’imposizione generale. Venti giorni fa l’Italia ha ricevuto la seconda procedura di infrazione da Bruxelles per i ritardi e le inadempienze con cui sta procedendo alla realizzazione del sistema di depurazione, necessario per garantire la qualità dell’acqua. La percentuale di italiani non ancora allacciati ad un depuratore, intanto, supera ancora il 30%.
L’importanza della grande partecipazione popolare sta nel fatto che i temi dell’energia e dell’acqua, in particolare, non vengono cancellati dall’agenda politica italiana, anzi ne diventano il cardine per le future scelte. Ora è necessario che l’argomento più serio che i sostenitori del sì al referendum non hanno mai messo sul tappeto (impegnati a propagandare l’acqua come bene di Dio), e cioè – conclude Battista – l’analisi dei motivi del fallimento oggettivo di molti esempi di privatizzazioni relativi alla gestione dei servizi di rete (acquedotti, fognature, ferrovie, ecc.) in Paesi come la Gran Bretagna e la Germania, ad esempio, diventi motivo per la ricerca di soluzioni concrete, condivise e soprattutto eque da un punto di vista economico e fiscale”.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here