Ci sono persone che sanno cosa significa lottare, altri che non lo sanno e che non amano farlo. Nella nostra squadra abbiamo tanti manovali e pochi ingegneri. Operai come Bonora, Dorkofikis, Mutombo e Monti sono da prendere da esempio. Giocano, lottano, prendono botte, e spesso quest’anno hanno preso tanti fischi. Ma se la Scandone è ancora in corsa il merito è soprattutto loro. Sono giocatori che non hanno mai fatto capricci, non hanno mai polemizzato con le scelte dell’allenatore, non hanno mai insultato tifosi, compagni o assistant coach. Si sono sempre comportati da professionisti, rispettando il loro ruolo. Bonora ad inizio stagione è stato considerato come l’ultimo arrivato. Criticato aspramente da stampa e pubblico. Era però normale non trovare un giocatore con punti nelle mani e non abituato a giocare 40’minuti a patita. Bonora è un playmaker classico non una point-guard come quelle odierne. E’ un giocatore che deve mettere in ritmo i compagni. Ad inizio campionato la squadra non aveva gioco, non aveva Bobbit ma Taylor, non aveva cuore. Da allora qualcosa è cambiato. La squadra ha cambiato pelle ed ognuno o quasi porta acqua al suo mulino. Bonora oggi sembra aver trovato una seconda giovinezza. C’è poi Capobianco, che quando si vince viene esaltato, quando si perde condannato all’inferno. Che lui qualcosa l’abbia sbagliata lo si sa, ma che sia stata solo colpa sua mi sembra eccessivo. Il coach irpino non ha mai polemizzato contro gli arbitraggi, non ha mai pianto per l’assenza di qualche giocatore ed ad ogni sconfitta si è assunto le sue responsabilità, andando anche oltre i suoi demeriti. Da venerdì scorso si ritrova senza Bobbit, giocatore nel bene o nel male decisivo. Altri al suo posto cosa avrebbero fatto? Lo sappiamo. In molti non avrebbero accettato la sfida. Altri avrebbero pianto e si sarebbero lamentati, come era solito fare Zare Marcovsky quando le cose andavano male. Il buon coach macedone, da molti idolatrato quando era in Irpinia, ha sicuramente dei pregi ma anche tanti difetti che in tanti non hanno voluto vedere. Zare ha affermato che l’ultima sconfitta della sua attuale formazione è stata dovuta ad alcuni fattori. Assenza di Bluthenthal, grandi motivazioni di Roseto. Ma come fa una squadra in lotta per i play-off a non avere motivazioni? Forse l’allenatore non li ha motivati abbastanza? Oltre a Bluthenthal, Zare ha tanti altri ottimi giocatori di talento. Roseto ha giocato con 5 giocatori e mezzo ed ha vinto. Inoltre l’allenatore macedone non si è assolutamente preso le responsabilità della sconfitta, anzi ha scaricato molto sull’ultimo arrivato Veal, reo di aver commesso il fallo decisivo per l’esito della partita contro le sue indicazioni. Altri allenatori si sarebbero assunti le proprie responsabilità lui no. Capobianco in tutte le partite, sia vinte che perse non si è mai voluto mettere sotto luce dei riflettori anzi ha sempre elogiato il gruppo. Dopo Biella ha avuto parole di elogio per Bonora. “Davide, che giocatore. Non ho più aggettivi per lui”. Così il coach ringrazia il suo playmaker. Poi ci sono altri, come Bobbit ad esempio, che anziché pensare solo a giocare hanno pensato a divertirsi nei modi più svariati. Le conseguenze le sappiamo. Però Bobbit quando scendeva in campo cercava di impegnarsi al massimo, anche se non sempre ci riusciva. Eppure alcune delle partite vinte sono merito suo. E c’è anche chi come Young non si sta comportando da professionista. Una volta ci sono le sirene israeliane del Maccabi, un’altra c’è il ginocchio che da problemi. Non conoscendolo, limitandoci a giudicare per quello che vediamo da fuori, riteniamo che Young non abbia molta voglia. L’approccio delle ultime partite è stato totalmente sbagliato. Al “colored” diciamo che mancano solo due partite al termine del campionato, almeno quelle potrebbe giocarle da “americano”. (Giovanni La Rosa)
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