Basket – L’Air al lavoro per evitare gli stessi errori

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Dopo una storica striscia vincente di quattro partite consecutive è toccato all’attenta Solsonica Rieti di Lino Lardo fermare i lupi, lanciatissimi verso la conquista delle Final Eight. Una sconfitta bruciante per Boniciolli e i suoi, che però hanno molto da rimproverarsi, soprattutto dal punto di vista del gioco. Che Rieti fosse una squadra ostica e molto tattica lo si sapeva dall’inizio. Finley ha fatto la parte del leone, ma è stata l’architettura della partita messa in piedi da Lardo a fare la differenza. Grazie ad una serie di adattamenti difensivi, di scommesse vinte e all’alternanza di diversi tipi di zona i laziali sono riusciti ad uccidere il match, fermando quella che è da sempre l’arma dell’Air targata 2007/2008: la transizione e il tiro da fuori. Un Arma che ha si permesso a Green e compagni di essere uno degli attacchi più prolifici e ‘divertenti’ della lega, ma che rischia di essere a doppio taglio. Facendo affidamento solo ed esclusivamente su questo aspetto offensivo i biancoverdi rischiano di diventare prevedibili e poco pericolosi, specialmente in giornate in cui il tiro dall’arco non entra con la solita nonchalanche. Sperare di tirare sempre con il 60% sarebbe utopistico, per questo l’Air dovrà assolutamente provare in questa settimana, e in generale negli ultimi allenamenti prima dell’anno nuovo, altre soluzioni e mettere in cantiere diverse alternative da utilizzare in caso di partite a ritmo lento e punteggio basso come quelle di sabato scorso. Il limite più evidente di quest’Air (che, comunque, è alle prese con la sua migliore stagione di sempre) è, oltre che nella pochezza del gioco sotto le plance, nella capacità di attaccare la zona, specialmente se quest’ultima presenta delle varianti nel corso del match o, come capitato contro Rieti, nel corso dello stesso possesso offensivo. Gli uomini di Lardo, ad esempio, hanno più volte variato la propria difesa nel corso dei 24 secondi, mandando in bambola i cecchini di casa, costretti a tiri fuori ritmo o comunque ‘confusi’. In questo momento quello di cui più abbisogna la Scandone è la capacità di giocare tre le linee della zona, a maggior ragione se si considera la prossima sfida. Ad allenare Treviso, ancora molto in difficoltà ma lontana parente dell’orripilante squadra vista a inizio stagione c’è Oktay Mahmuti, il ‘mago’, grande amante dell’adattamento difensivo e delle zone miste. C’è da scommettere che il grande allenatore turco proverà nuovamente a bloccare sul nascere la transizione irpina. Radulovic e Williams possono e devono essere maggiormente coinvolti nel gioco sotto. Ad attendere i lupi tre sfide di peso, con le trasferte consecutive di Treviso e Milano e l’impegno casalingo con Pesaro. Il mezzo passo falso casalingo può far male, ma i presupposti per concludere alla grande il girone d’andata ci sono tutti.(Di Giuseppe Matarazzo)

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