Basket Baiano – E’ finale, C2 più vicina. Nocera al tappeto

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Esiste un momento particolare nel balloncesto. Un momento che è ad alcuni incomprensibile: in uno sport dove il tempo di gioco è effettivo, all’improvviso una squadra smette di giocare e i giocatori iniziano con rispetto a scambiarsi i complimenti per quanto fatto. È un momento particolare perché dopo 40 minuti effettivi di gioco, ossia di spinte, pestoni e qualche parola di troppo, la squadra sconfitta si ferma a riconoscere in maniera quanto mai evidente il rispetto per la squadra che li ha battuti. Non è una resa fine a se stessa. Non è calcio, non c’è una melina.
C’è rispetto e senso dello sport che spinge a riconoscere i meriti altrui. Ieri a Baiano si è potuto vivere questo momento di altissimo sport, quando una squadra, il Nocera, a 20 secondi dalla fine, passato il centrocampo, si è fermata per riconoscere il merito al Baiano Basket di aver guadagnato il diritto di giocarsi la finale per salire alla categoria superiore. E non che il Nocera abbia demeritato, ma la compagine di Baiano si è mostrata squadra in senso pieno.
Sbollita la sconfitta esterna è tornata in campo serena e determinata. In un turbinio di emozioni, ci lasciamo come sempre ad un racconto forse poco tecnico, ma molto emotivo. Dovremmo forse parlarvi del solito immenso Frascolla o di un regista uomo-squadra come forse in categoria ce ne sono pochi, ma le luci dalle ribalta questa volta le vogliamo dedicare ad un giocatore, Pietro Macario. Macario ha come si suol dire “fatto un partitone”: sembrava un grillo indemoniato, saltellava da un lato all’altro del campo procurando punti, rimbalzi e tanti falli avversari. Una partita inverosimile per chi l’avesse visto solo ultimamente; ma che invece i più affermano aver restituito al Baiano un giocatore che ha offerto queste prestazioni nell’arco di tutto il campionato. I primi due quarti filano via in un testa a testa solo nel punteggio: difatti da un lato c’è una squadra che sta dando tutto, dall’altro una ancora un po’ bloccata. È proprio Macario a suonare la carica con penetrazioni continue. Negli ultimi due quarti, non c’è storia, il Nocera si sgonfia e il Baiano mette in campo l’artiglieria pesante: San Pippo inizia a tirare dappertutto e soprattutto inizia a segnare dappertutto. Negli occhi dei tifosi resterà un’azione immensa con Frascolla (30 punti per lui oggi) che recupera palla in difesa e dopo uno slalom arresta e tira da tre. Ogni suo tiro un visibilio, ma è tutta la squadra a girare in difesa come in attacco. Alla fine il tabellino decreterà un più 20 per il Baiano (il tabellone segnerà allo scadere il punteggio di 64-44) che più di ogni altra cosa da il senso del gioco espresso dai ragazzi del presidente Leggiero. Se alla fine decidiamo di nominare “man of the match” Macario e non i soliti grandi, è perché vedere giocare Macario è capire il senso di questa squadra. Ai più che non lo sanno, ed a quelli che imbrogliano all’anagrafe sportiva, ricordiamo che questa società è l’esperienza sportiva più longeva del mandamento. Non è un caso se non si tratta di calcio, perché solo in questi sport che con un po’ di ignoranza si definiscono figli di un Dio minore, si comprendono oggi il sacrificio e la perseveranza. Nella foga agonistica di Macario ci sono i sacrifici dei pomeriggi passati ad insegnare ai bambini, quando le scuole calcio nel mandamento erano praticamente sconosciute; vi è la perseveranza di portare avanti un progetto dapprima da giocatore, poi da dirigente o da allenatore; vi sono i costi sopportati da un manipolo di amici per tirare avanti, ma con la voglia di crescere sempre; la testardaggine di qualche dirigente nel convincere il ragazzo di turno a non mollare; vi è la capacità, merce rara e del tutto sconosciuta nello sport nazionale, di anteporre il bene della squadra ai propri interessi. Tutto ed il contrario di tutto.
Adesso sabato prossimo saremo tutti pronti a fare il tifo e il risultato di oggi sarà un altro dato statistico consegnato alla storia di questo sport e di questa società. Ancora per un poco, però, godiamoci questo risultato e soprattutto godiamoci i Pietro Macario che ci ricordano la parte più bella di questo mandamento.

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