Ieri, l0 luglio, la terza sezione penale della Corte di Cassazione, ha posto una pietra tombale su una vicenda processuale protrattasi per 15 anni. Un giovane pastore di Bagnoli Irpino, nell’estate del 2000, venne accusato di aver compiuto ripetutamente atti di natura sessuale ai danni di un minore del luogo.
La vicenda, in realtà, era molto più ampia e complessa, e destò nel comune irpino grande scalpore, perché, stando alle accuse del presunta vittima, questi sarebbe stato abusato, in tempi e luoghi diversi, da un numero consistente di persone, tutte appartenenti allo stesso contesto. L’allora Procura della Repubblica di Sant’Angelo dei Lombardi portò avanti la sua azione solo nei confronti del pastore ieri assolto.
Il Tribunale condannò l’imputato a sei anni di reclusione, oltre ad una mole impressionate di pene accessorie. In sede di Appello, l’Avv. Ferdinando Di Meo, del Foro di Avellino, assunse la difesa del giovane, ma, nonostante le evidentissime lacune investigative e la farraginosità della motivazione della sentenza di primo grado, la Corte di Appello d Napoli aveva confermato la condanna. Ieri l’ultimo capitolo, davanti alla Corte di Cassazione, innanzi alla quale, gli Avv.ti Ferdinando Di Meo ed Ettore Marruzzo, hanno ribadito le tesi che la difesa andava sostenendo da anni.
A fronte delle richieste del Procuratore Generale, la Corte ha deciso per l’annullamento senza rinvio. Il processo è definitivamente concluso. Si dovrà attendere per leggere le motivazioni della sentenza;