Bagarre e liti in Consiglio. Ma poi il Bilancio passa per un voto

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Avellino – Alla fine Giuseppe Galasso ce l’ha fatta, ma con il batticuore. L’accorato discorso del primo cittadino ha fatto breccia nel cuore della sua maggioranza che approva il Bilancio di Previsione 2008 con 21 voti favorevoli e 19 contrari. Il primo inquilino di Piazza del Popolo supera tra sgomitate e sgambetti la prova più difficile per la sua amministrazione. Il traguardo di questa sera, raggiunto scrivendo una delle pagine più infelici della storia del parlamentino del capoluogo, ha disteso, in parte, gli animi di tutti. Demitiani compresi. Galasso, prima della lettura della sua relazione sul Bilancio, ha voluto tentare una riappacificazione proprio con il gruppo centrista. “Questi ultimi due mesi – ha parlato rivolgendosi al gruppo di Basagni – li abbiamo vissuti da separati in casa. Credo che con voi popolari ci sia stato un errore di comunicazione. Una conflittualità maturata non sul piano politico, ma su quello di numeri. Non ho mai messo in discussione il vostro ruolo in maggioranza e non ho mai nascosto la volontà di dialogare per chiudere il patto di fine consiliatura. Fino a qualche mese fa, abbiamo condiviso tutto ed i risultati conseguiti per questa città non vengono cancellati da nessuna vicissitudine. Scoprire che i popolari volessero andare contro la maggioranza ci ha sorpreso e deluso. Non ho voluto rivedere l’Esecutivo per diverse ragioni. Dopo le dimissioni spontanee di Petracca e Pericolo ho preferito lasciar vuote due caselle della Giunta, proprio per sottolineare la mia apertura verso di voi. Il sindaco, e nessuno lo può negare, ha sempre difeso i due assessori dimissionari. Io ho fiducia e stima verso tutti, ma ci tengo a sottolineare che l’accordo non lo dobbiamo cercare sui numeri, ma sul programma. Usciamo dall’equivoco e lavoriamo per la città. Le critiche le accetto dalla minoranza, che pure mi è stata vicina in momenti delicati, ma non dalla mia maggioranza. Sono pronto a rivedere l’Esecutivo ed avviarci verso la nuova fase che ci condurrà nel 2009. Non possiamo rimanere imballati così, non lo merita la città e neanche il nostro lavoro. Mettiamo da parte il rancore politico e mettiamoci in moto”. Poi, è passato alla lettura della relazione sul Bilancio, in virtù delle delega ad interim del ramo. “Per quanto riguarda le imposte e le tasse possiamo ben dire che quest’anno il Comune, anche se in misura modesta contribuisce a ridurre la pressione fiscale”. Queste le parole estrapolate dalla relazione sul Bilancio letta da Galasso durante il Consiglio. Passaggi che hanno toccato tutti i punti finanziari della cassa comunale: Ici, Tarsu, lavori pubblici, Irpef, Piano Strategico, fondi ‘Europa più’ e Global Service. “E’ stato approvato in Giunta uno schema di nuova dotazione organica e dei relativi fabbisogni, nonché un piano occupazionale triennale, attualmente all’esame della delegazione trattante. […] Tutto ciò, va sottolineato, senza alcun maggior onere a carico del Bilancio in quanto l’intera operazione è stata calibrata sulle economie conseguenti ai pensionamenti previsti nello stesso periodo. […] Siamo consapevoli che molti problemi restano irrisolti o potrebbero trovare migliore soluzione ma, tenuto conto delle risorse umane e finanziarie disponibili, vi assicuriamo che facciamo del nostro meglio”. Sembrava una seduta stanca e pacata quella del Consiglio comunale, ma quando meno c’era da aspettarselo…è scoppiata la bagarre. Il “casus belli” è stata l’approvazione del documento propedeutico al Bilancio sulla vendita di beni alienabili. Un lapsus di Mattia Trofa è bastato a scatenare il putiferio. Un ‘no’ detto di getto e poi ritrattato che ha suscitato le concitate polemiche del gruppo di opposizione. Caos, urla, qualche spintone, confusione generale. Si va avanti ugualmente con la votazione. Il gruppo di minoranza guidato da Giovanni D’Ercole lascia l’aula. Lavori sospesi per consentire al segretario e al presidente Vetrano di validare o meno il parere. Si riprende, tra il dissapore generale. Il sindaco Galasso nonostante la solita distensione è agitato. Ma prima dello scivolone di Trofa, la pubblica assise è stata disturbata da un atto forse tra i più clamorosi ed indecorosi della serata. Queste le notizie di quanto accaduto raccolte da testimoni e dalla viva voce dei consiglieri. Stando alla ricostruzione dei fatti, Antonio Buonaiuto, esponente di Forza Italia, seduto nel pubblico durante la diatriba per l’approvazione del deliberato sui beni alienabili di proprietà comunale, avrebbe rivolto gesti offensivi nei riguardi del consigliere democratico Francesco Todisco, provocando l’immediata reazione dell’intero gruppo di maggioranza. Sono volate in aula parole grosse e spintoni e a nulla è valso il tentativo di Vetrano di richiamare alla compostezza. Risultato: dopo qualche minuto di tensione e l’allontanamento di Buonaiuto dall’aula i lavori sono ripresi. Il presidente del Consiglio ha annunciato, dopo aver anche riascoltato la cassetta della registrazione della proclamazione del voto di Trofa, il verdetto: con 21 voti contrari e 20 favorevoli non viene approvato il documento propedeutico al Bilancio sulla vendita di beni comunali. L’opposizione gioisce, in particolare il capogruppo regionale del Pdl Franco D’Ercole e il neo senatore Cosimo Sibilia osservatori dei lavori dell’assise comunale…Galasso un po’ meno. Passano gli emendamenti di Benigni, Battista e Giordano. Tutto da rivedere anche se il direttore generale del Comune, Ugo Andreotti, garantisce su invito di Vetrano: “Con o senza modifiche, il Bilancio è in parità…quindi il lavoro non è vanificato”. Si riprende. Trofa cerca di mediare: “Sono pronto a mettere per iscritto la mia volontà. Un lapsus non può incastrarmi e dequalificare il mio parere. Ero distratto, ho motivato il mio ‘si’. Questa è una vittoria solo per l’opposizione”. Tenta di mettere una pezza a colori anche Todisco: “E’ stato un errore materiale in distonia rispetto alla vera volontà del consigliere Trofa. È opportuno ripetere la votazione”. Durante la discussione che ha preceduto la ‘bocciatura’ del documento si sono susseguite diverse interrogazioni Molti interventi, sulla scia di quelli del centrista Nicola Poppa, hanno proposto la conversione dell’area Macello, oggi in degrado, in zona funzionale ad ospitare la fiera degli ambulanti. Ma si è anche ampiamente dibattuto di vendere all’asta ex edifici scolastici di proprietà comunale indirizzabili a privati. Da qui la proposta dell’udeurrino Bruno Di Nardo di sostenere il progetto delle suore Immacolatine di voler realizzare una scuola di secondo grado. Si è parlato anche dei costi di gestione del Pala Del Mauro diventati per il parlamentino avellinese troppo esosi. In complessivo, l’amministrazione Galasso metterebbe in vendita beni per oltre 33 milioni di euro. L’opposizione, però, dal suo canto da rimarcato a più riprese la ferma necessità di “… trasparenza amministrativa”. È stato Giovanni D’Ercole, capogruppo di An, a fare sonanti richieste al numero uno. “Perché sul sito istituzionale del Comune non sono aggiornate le determine? Come mai le delibere comunali sono ferme al 2007? Questa amministrazione mette in vendita beni di sua proprietà, ma perché non ci sono bandi a riguardo? Si spendono 100mila euro mensili per la differenziata, ma la città è al collasso. I cittadini queste cose le sanno? Il dato elettorale e il clima respirato in precedenza sono stati evidenti, sindaco attento ai pugnalatori che all’improvviso possono spuntare alle sue spalle”. E dal piano amministrativo si è passati, come prevedibile, alla discussione politica. Trofa ha specificato il suo ruolo all’interno dell’amministrazione in questi 4 anni di consiliatura: “Sono sempre stato fedele al vincolo del mandato e coerente con le mie posizioni. Ma bisogna ammetterlo, questa amministrazione è in difficoltà. Sindaco, lei deve diffidare da chi le dice che la crisi non è legata a questioni di organigramma. Queste sono persone che hanno già un ruolo e che non vogliono lasciare. Il Pd bada a mantenere un potere ingiustificato. Ad Avellino succede qualcosa di assurdo. Ci si preoccupa di garantire il posto agli incapaci”. Passa anche l’ordine del giorno relativo allo studio di consulenza relativo alla Global Service. 23 i pareri favorevoli, 0 i contrari, 14 gli astenuti (demitiani ed opposizione). In caso di bocciatura l’intera realizzazione della società a capitale misto per la gestione di attività di manutenzione ed altri servizi pubblici sarebbe andata in fumo. (di Marianna Marrazzo)

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