“Avrei potuto dire la verità”: frase choc sul processo Acqualonga, Autostrade licenzia i due super manager della telefonata

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“Autostrade mette alla porta altri due super manager toccati dalle inchieste sul ponte”. Il ponte è il ponte Morandi di Genova ed il giornale che riporta la notizia è “Il Fatto Quotidiano”. I due manager messi alla porta sono Paolo Berti, direttore centrale operativo, e Michele Donferri Mitelli, già responsabile nazionale della manutenzione.

Berti e Donferri sono indagati nell’inchiesta sul crollo del Morandi. Donferri è indagato anche nel secondo fascicolo, quello sui falsi report del viadotti. I due sono collegati alla strage di Acqualonga nelle inchieste condotte dalla procura di Avellino con a capo il Procuratore Cantelmo.

Nelle 106 pagine dell’ordinanza del Gip di Genova, che a settembre aveva disposto misure cautelari o interdittive per 10 dirigenti di Autostrade e Spea (i due non erano destinatari del provvedimento), viene riportata una telefonata tra Berti e Donferri. Scrive il pm che Berti “manifesta disappunto per essere stato condannato nel processo di Avellino, lamentandosi che avrebbe potuto dire la verità e mettere nei guai altre persone”. Donferri risponde: “Aspettali al varco, pensa solo a stringere un accordo col capo”.

Come ricorda Il Fatto Quotidiano, il colloquio si riferisce al processo “per la morte di 40 persone precipitate dal viadotto di Acqualonga. Quella telefonata ha suscitato nei pm genovesi diversi interrogativi: a chi e cosa si riferisce Berti sostenendo che, come riassumono i magistrati, avrebbe potuto dire la verità e mettere nei guai altre persone? E poi: a chi allude Donferri rispondendo pensa solo a stringere accordi con il capo? I pm liguri hanno trasmesso le carte ai colleghi di Avellino”, sottolinea ancora il giornale di Travaglio.