Un flashmob nel cuore di Avellino per dire NO alla corruzione e alle mafie. Un momento di riflessione collettiva, di denuncia civile, ma soprattutto un invito all’impegno quotidiano, perché l’alternativa è possibile e passa anche dai gesti più semplici.
L’iniziativa ha voluto accendere i riflettori su un fenomeno che troppo spesso si finge lontano, quasi irreale. Mafie e corruzione sono diventati parte del paesaggio, normalizzati da un’assuefazione pericolosa. La stessa politica nazionale – con il governo Meloni nel mirino delle critiche – viene accusata di usare due pesi e due misure: da un lato la stretta repressiva verso i più deboli, dall’altro l’allentamento degli strumenti di contrasto ai reati economici e finanziari, considerati “spie” della presenza mafiosa.
Ma i numeri raccontano un’altra storia. Anche l’ultimo report della DIA ha messo nero su bianco la vulnerabilità del territorio irpino: “una certa propensione a delinquere da parte di amministratori pubblici locali” e una “potenziale esposizione degli Enti pubblici a fenomeni di infiltrazione da parte della criminalità organizzata.”
Corruzione, estorsione, usura, voto di scambio: non sono solo reati, ma sintomi di una cultura che si insinua nelle scorciatoie quotidiane, nei silenzi, nella rassegnazione. E il flashmob ha voluto rompere proprio questo silenzio, ribaltando la logica del “non ci riguarda”.
Lo specchio usato come simbolo durante l’evento – riflettente, ma non accusatorio – ha ricordato a tutti che il cambiamento non comincia altrove. Comincia da dentro, da ciascuno di noi.