Avellino – Riapre il Cdr: il problema rifiuti concede una insperata tregua. Ma non per questo cala l’allarme. I singhiozzi dell’impianto di Pianodardine sono ormai storia e Avellino, come il resto dell’Irpinia, dovrebbe prepararsi a gestire ogni eventualità, anche quelle più imprevedibili e meno auspicabili. Per quanto al momento i dati non appaiano allarmanti la predisposizione di un piano di emergenza appare necessaria quanto difficile. Gli esperti non si sbilanciano, mostrano una certa tranquillità ma altrettanta freddezza nell’affrontare la situazione e valutare le prospettive di un futuro che potrebbe riservare spiacevoli sorprese. E mentre da un lato si opta per interventi radicali dall’altro si fa affidamento sulle classiche soluzioni tampone che almeno per il momento sembrano le uniche a poter offrire un certo margine di respiro. “Si parla tanto di fos, sovvalli ed ecoballe – sostiene il direttore dell’Arpac Cosimo Barbato – senza comprendere che proprio qui risiede il vero problema. Un grattacapo perenne e costante che non sarà risolto neanche attraverso l’individuazione di una cava dismessa. La vera soluzione, quella definitiva, va cercata attraverso un ragionamento ben più ampio. E’, infatti, il piano dei rifiuti che va sottoposto alle opportune modifiche”. Un parere, quello espresso da Barbato, che sembra diffondersi tra molti degli addetti al mestiere. E le perplessità sul modo di fronteggiare la situazione investono anche la ‘questione cava dismessa’. “A prescindere dall’individuazione della località, argomento che non mi compete, l’individuazione dell’area ha una valenza assolutamente relativa. Il sito individuato potrà ospitare circa 300mila metri cubi di fos e sovvalli. Questo significa che potrà essere utilizzato per un massimo di tre anni. Poi il problema tornerà con la stessa prepotenza di oggi. Ecco perché sostengo la necessità di modificare l’attuale piano”. Un intervento radicale ‘non condiviso’ dal Cosmari Avellino 1. Il presidente Raffaele Spagnuolo sembra essere, infatti, più fiducioso nelle proiezioni future che, con un po’ di fortuna, potranno farci evitare rischi maggiori. Ma anche in questo caso l’altra faccia della medaglia assume connotati poco edificanti. Il programma realizzato dal Cosmari da tempo ha ricevuto l’approvazione da parte del Commissariato sull’emergenza rifiuti. Ma al tutto manca un tassello fondamentale: i finanziamenti. E per quanto in questo caso non possa parlarsi propriamente di problema, la mancanza dei fondi fa scattare una dinamica irreversibile. Il tempo, infatti, continua ad incombere come una spada di Damocle e dall’arrivo dei finanziamenti sarà necessario attendere un certo numero di mesi per la predisposizione delle strutture adeguate. A spiegare la situazione è proprio il presidente Raffaele Spagnuolo. “Siamo ancora in attesa dei finanziamenti ma il problema è un altro: dal loro arrivo saranno necessari almeno sette mesi per la realizzazione degli impianti”. Torna alla ribalta campo Genova? “In questo caso – chiarisce Barbato – i tempi non saranno tanto lunghi ma soprattutto la questione relativa ai finanziamenti va legata ad un intervento del Comune. Né la Regione né il Commissariato hanno competenza in materia”. Dunque, la logica impone un ragionamento che induce a risultati poco piacevoli: qualora l’emergenza, nella sua accezione più specifica, dovesse presentarsi durante questi mesi estivi, il nostro territorio è sprovvisto delle strutture per fronteggiarla. Ma Spagnuolo non demorde e pianifica un rimedio che, seppur relativamente efficace, dovrebbe quantomeno evitare forti contraccolpi per l’Irpinia. “Innanzitutto occorre la collaborazione dei cittadini per razionalizzare la raccolta differenziata. Poi faremo affidamento sugli impianti di compostaggio provvisori. Ma speriamo che questa estate non presenti troppe ‘sorprese’”. Rimedi a parte sembra che “…l’unico modo per scongiurare in maniera definitiva l’incubo rifiuti sarebbe la realizzazione del tanto decantato ‘Piano di provincializzazione’. E non solo. Sarebbe anche opportuno ridefinire l’equilibrio gestionale tra il Commissariato ed i vertici del Cdr, sarebbe infatti l’unico modo per evitare i singhiozzi tipici della struttura avellinese”. Insomma, per questa estate ancora una volta rimedi tampone, con la speranza che, se non bastano, quantomeno aiutino. (Manuela Di Pietro)
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