Avellino – Puc: la ‘critica’ dell’Ordine degli Ingegneri

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Avellino – Il Puc di Avellino vagliato dalla lente di ingrandimento dell’Ordine degli Ingegneri. Dopo essere stato sottoposto all’attenzione del consiglio, della giunta e delle associazioni locali, lo strumento urbanistico diventa oggetto delle valutazioni degli ‘addetti ai lavori’ che, attraverso una missiva indirizzata al sindaco, agli assessori e ai capigruppo consiliari, si fanno portavoce dei “disagi e delle incertezze che la situazione urbanistica attuale sta creando ai professionisti che operano in città”. La critica dell’Ordine muove da quattro punti: l’iter procedurale di adozione e approvazione del Ruec (Regolamento Urbanistico Edilizia Comunale); i suoi contenuti minimi in materia di definizione dei diritti edificatori dei singoli proprietari; i contenuti in materia energetica ed ambientale; l’interconnessione del Ruec con i Piani di Settorela con testualità dell’approvazione tra Puc e Ruec sancita dalla legge va intesa nel senso che i due strumenti urbanistici devono concludere il loro iter di formazione e adozione in tempi tali da garantire la con testualità temporale della rispettiva entrata in vigore. In termini pratici, una concatenazione tra i due strumenti di pianificazione”. Per quanto riguarda il secondo punto, secondo quanto stabilito dalla legge, il Ruec deve definire in modo chiaro ed incontrovertibile l’attribuzione dei diritti edificatori propri di ogni area, con la specificazione dei coefficienti di correzione per l’edificato esistente nelle aree comprese nei comparti. “Qualora l’amministrazione comunale – si legge nella relazione – decidesse di svuotare il Ruec dei contenuti richiesti dalla legge nel merito dei criteri di attribuzione dei diritti edificatori, rinviandoli agli atti di programmazione, opererebbe un comportamento non legittimo, si esporrebbe al ischio di impugnazioni e comunque tradirebbe un momento di trasparenza perché il momento degli atti di programmazione è già riferito a situazioni contingenti e non generali”. Due, inoltre, le definizioni che sembrano mancare in merito ai contenuti in materia energetica e ambientale: “meccanismi atti a sostenere e promuovere interventi edilizi, anche sperimentali, che abbattano i consumi energetici, utilizzino tecnologie alternative per il risparmio delle risorse ed il miglioramento della qualità ambientale, andando oltre i meri obblighi normativi; specifiche norme riguardo alla tutela ambientale”. Meccanismi di cui lo strumento sembra essere carente e che andrebbero individuati in “bonus sulle volumetrie realizzabili, riduzione delle tasse locali e scomputo degli oneri edificatori”. A sostegno del quarto punto l’assunto secondo cui il Ruec “si accorda con i piani di settore ma non ne percepisce le direttive”. Considerazioni, quelle dell’Ordine degli Ingegneri, che vogliono rappresentare un primo apporto alla discussione ed un contributo in fase di osservazione al testo approvato dal Consiglio.

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