Avellino – Pasqua, lavoro e società: l’appello dei Vescovi irpini

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Avellino – Una Pasqua all’insegna della “…solidarietà alle tante persone che ad Avellino e in Irpinia vivono la precarietà del lavoro”. Mentre in città la politica sembra contendersi primati non troppo felici e i partiti “trascurano ideali e valori”, il pensiero del Vescovo di Avellino, Monsignor Francesco Marino, va a chi vive “alla giornata” o a chi è in cerca di una occupazione ed “…è costretto a lasciare la propria terra e i propri affetti. Politici, imprenditori e classi dirigenti hanno l’obbligo morale di fare molto di più”. Un monito, quello del pastore della Diocesi avellinese, che richiama tutti al rispetto della persona e alla dignità umana. Un appello che unisce forte impegno sociale e alto senso religioso. “La Chiesa – continua – sosterrà le iniziative intraprese dalla dirigenza istituzionale e dalla classe imprenditrice. Bisogna studiare le cause che comportano la precarietà del lavoro e creare le condizioni per una possibile ripresa”. Non sono mancati riferimenti alla comunione e all’unione al cuore di Gesù Cristo, risorto per il riscatto dell’umanità. “Rinnoviamo le nostre promesse di fede e speranza. Siamo caritatevoli col prossimo e ricordiamo che solo nell’amore del Signore l’umanità può rinnovarsi”. Messaggi di fraternità anche dal vescovo del Tricolle Monsignor Giovanni D’Alise: “L’amore di cui parla Gesù, di cui lui è un esempio vivente, è un amore concreto, che diventa servizio verso gli altri. È un amore che coinvolge tutta la persona e si volge verso la giustizia. L’importante è mettersi a servizio del prossimo e trasformare l’inferno sociale in un paradiso senza difficoltà”. Ed anche dall’Alta Irpinia Monsignor Francesco Alfano si rivolge alla classe sociale e alle nuove generazioni: “Penso ai giovani, alle famiglie che, come altrove, vivono tempi difficili. Le famiglie altirpine avvertono con preoccupazione i mutamenti sociali. Che questa sia una Pasqua che illumini le coscienze degli uomini e la fede delle nostre comunità parrocchiali”.

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