Avellino – I sindacati non demordono, decidono di insistere e soprattutto di vederci chiaro. Una lotta che, partendo dagli Osa, vuole estendersi a tutti coloro che vivono la ‘malsana’ condizione del precariato per garantire aspettative di vita migliori. A tal proposito si svolgerà questa mattina alle ore 10.30, presso il Centro sociale Samantha della Porta di Avellino, l’assemblea pubblica indetta dalle forze sindacali che vede protagonisti i 140 operatori socio-assistenziali, la scorsa settimana in protesta all’ingresso di Palazzo Caracciolo. Un’attesa, la loro, relativa alla trasformazione dei co-co-pro in contratti a tempo determinato e smentita dalla nota dell’assessore alle Politiche Sociali Antonio Petoia nonché dagli ultimi chiarimenti tecnici della Provincia. Precisazioni che non hanno ottenuto consensi da parte delle forze sindacali. Un testa a testa a cui Michele Caso, della Cisl, non intende certamente sottrarsi. “Siamo stati accusati – ha spiegato – di voler strumentalizzare una questione tanto delicata. L’invettiva è decisamente forte, i problemi vanno risolti, non strumentalizzati”. Insomma, nessuna presa di posizione, quella avanzata dai sindacati, ma soltanto l’esigenza di ridestare l’attenzione delle istituzioni competenti su richieste reali e tangibili. “Accusandoci di essere strumentali – ha precisato Caso – non hanno fatto altro che mostrare la propria responsabilità sulla questione. Ma in questo momento l’esigenza è di altra natura: è giusto che chi presta il proprio lavoro sappia a cosa va incontro, senza dover credere in proposte fallaci ma acquistando sul futuro una cognizione più veritiera”. Uno scontro, dunque, quello tra i sindacati e l’assessore provinciale Antonio Petoia, che nasce dopo “… una discussione durata ben tre mesi. Incontri interminabili volti esclusivamente a superare le difficoltà relative al contratto degli Osa e a chiudere un brutto capitolo dell’orizzonte nero dell’occupazione irpina”. E sembrava infatti che con la delibera dello scorso 8 agosto tutto fosse stato pianificato. A quanto pare, però, la situazione sembra essersi nuovamente capovolta. E i sindacati continuano ad ‘attaccare’ chi “… non ha più la forza di motivare la propria posizione”.
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