Avellino – A pochi giorni dalla celebrazione dell’anniversario della fondazione del Corpo, una singolare azione di beneficenza delle Fiamme Gialle di Avellino conclude nel modo migliore la cosiddetta operazione “Pret a Porter” che vasta eco ha avuto nello scorso mese di febbraio. Come si ricorda, l’articolata e operazione a tutela della salvaguardia della proprietà industriale aveva portato al sequestro da parte della Compagnia di Avellino, agli ordini del capitano Salvatore Serra, di numerosissimi capi d’abbigliamento, recanti etichette e marchi falsificati in maniera molto professionale (i capi erano venduti in negozio con la dicitura “in offerta” ad un prezzo di gran lunga inferiore al prezzo originale, con buona pace dell’ignaro acquirente che entrava in possesso di merce contraffatta ritenendo invece d’aver fatto un affare). A seguito di una richiesta che la Compagnia ha inoltrato alla Procura della Repubblica del capoluogo irpino, il Sostituto Procuratore della Repubblica Patrizia Filomena Rosa, ha emesso uno specifico provvedimento che ha sottratto alla prevista distruzione i prodotti sequestrati autorizzandone, invece, la loro destinazione ad enti ed associazioni laiche e religiose che operano nel settore del volontariato per l’assistenza ai bisognosi. L’iniziativa è stata resa possibile grazie alla paziente opera dei militari del Nucleo Mobile della Compagnia di Avellino che, capo per capo, hanno rimosso etichette e segni distintivi relativi ai marchi falsificati, rendendo “anonima” merce dalla qualità comunque di ottimo livello. La donazione è stata sancita nella mattinata odierna con la consegna dei capi nelle mani del vice-responsabile della Caritas di Avellino, Mario Mele, ed è stata salutata da un brindisi alla presenza del Comandante Provinciale di Avellino, Mario Imparato, del Comandante della Compagnia, Salvatore Serra ed i finanzieri del Nucleo Mobile che all’epoca avevano proceduto al sequestro. L’iniziativa non rappresenta una novità per le Fiamme Gialle di Avellino. Già nel 2006 altri capi d’abbigliamento contraffatti, sottoposti a sequestro in relazione alle disposizioni vigenti, erano stati donati in beneficenza. Ancora prima enti assistenziali ed umanitari operanti ad Avellino e provinci si erano visti assegnare circa 500 chilogrammi di prosciutti sequestrati per l’apposizione di una falsa attestazione di produzione.
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