Avellino – “Il popolarismo rifiorirà, non è l’adunanza dei reduci, ma questa collocazione più netta risponde all’esigenza di fare in modo che la nostra posizione sia culturalmente ispirata, non militarmente organizzata. Per quanto ci riguarda dobbiamo offrire, con comportamenti precisi, una immagine nuova dell’Irpinia e del mezzogiorno, tenendo bene a mente che tutto il consenso che abbiamo non serve se ci limitiamo a gestire il presente”. Giuseppe De Mita, coordinatore provinciale della Margherita – ha concluso ieri sera al Viva hotel di Avellino il congresso voluto dalla dirigenza del fiorellino per riprendere il discorso sospeso a Solofra. La Margherita protagonista era il tema del confronto, che è stato arricchito dalle relazioni di numerosi amministratori, dirigenti e iscritti alla Margherita. “Vorrei essere un segretario poco da conclusioni – ha esordito De Mita – e molto da provocazioni, mi rivolgo in modo particolare ai giovani dicendo che il congresso è alle nostre spalle, ma abbiamo il dovere di non liquidarlo, ma anche di evitare di contemplare ciò che è stato”. Il coordinatore ha affrontato il discorso sui fondi comunitari e sul piano strategico ha avvertito che ci sono luci e ombre, sulle quali occorre il coinvolgimento dei consiglieri regionali. Sul Partito democratico De Mita ha precisato che la Margherita ne sta discutendo da giugno e lo ha fatto fino al congresso, senza assumere una posizione piratesca. “Il punto è – afferma il coordinatore – la condizione dell’uomo che vive nel presente, visto che la contemporaneità pone dei problemi che fino ad ieri non c’erano. Dobbiamo confrontarci con le novità, avendo a riferimento una radice ed una cultura specifica. La convergenza si deve realizzare sull’idea di cosa intendiamo fare sulla tutela dei diritti dell’uomo; se la novità è un elenco di questioni generiche, vuol dire che abbiamo smarrito la radice culturale del popolarismo e a questo punto, visto che il crinale sul quale ci troviamo è molto delicato, dobbiamo entrare con i piedi nel piatto”. De Mita ha fatto un passaggio anche sul centrosinistra alternativo, che si è detto contrario al termovalorizzatore. “Io non sono contro o a favore – ha detto – ma abbiamo bisogno di servizi per trasformare la realtà, dando risposte precise ai problemi della gente”. Anche il consigliere regionale Mario Sena vede i popolari come i protagonisti del futuro ed avverte che è iniziato un processo di rinnovamento vero, che ha messo da parte le ambizioni di potere ed i personalismi per inaugurare la nuova stagione della riflessione allargata ai veri problemi della gente. E’ il De Mita- pensiero che parte dall’Irpinia per essere ancora vincente al congresso regionale. Il consigliere regionale Luigi Gesù Romolo Anzalone ha affermato di voler guardare con “laica” schiettezza verso i nuovi scenari della globalizzazione, che aprono ai metodi della concorrenza tra i paesi ricchi e i paesi poveri, rispetto ai quali occorre adeguare le nostre tecnologie e la nostra politica. I valori più alti della vita e le ragioni dell’aggregazione sono stati al centro dell’intervento di Rosanna Repole. Donato Pennetta si è soffermato sulla gestione degli enti locali per sottolineare che la governabilità nasce dall’equilibrio tra chi gestisce e chi controlla, ma Ds e Margherita hanno commesso l’errore di eliminare il controllo e di concentrare i poteri, facendo venire meno la stabilità. Se entrambi i partiti mettono insieme soltanto i rispettivi vizi non sarà realizzato alcun risultato. Sono intervenuti l’assessore regionale Enzo De Luca, che ha parlato delle responsabilità che attendono il partito, Carmine De Blasio, organizzatore della manifestazione, Franco Vittoria, presidente della Comunità Montana Vallo Lauro Bainese e alcuni giovani dirigenti.
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