Avellino – L’Irpinia terra emigrante… Memorie di un esodo

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Avellino – Si è tenuta oggi presso l’Hotel de la Ville la prima delle tre giornate del convegno “Memorie di un esodo. L’emigrazione nell’Italia Repubblicana” organizzato dal Centro Guido Dorso e promosso dal coordinamento scientifico dell’Orientale di Napoli di cui fanno parte i Professori: Antonio Maccanico, Francesco Barra, Emilio Franzina, Luigi M. Migliorini, Toni Ricciardi, Roberto Sala e Maddalena Tirabassi. Al centro del dibattito lo scenario politico ed economico dell’Italia nel secondo dopoguerra, periodo in cui riprese l’emigrazione di massa, ma in controtendenza con il primo dopoguerra la meta degli emigranti Italiani non fu tanto le due Americhe, quanto i paesi d’oltralpe e i paesi del nord Italia. Tra il 1945 e il 1945, all’indomani della fine della guerra il sud Italia viveva una situazione economica degradante con un tasso di disoccupazione altissimo che si sposava bene con il bisogno da parte dei paesi europei quali, Francia, Germania, e Svizzera, di manodopera a basso costo. Così migliaia e migliaia di meridionali salutarono il confine italiano e andarono alla ricerca di quella terra promessa nella speranza di realizzare sogni e desideri. Il fenomeno fu vastissimo, ma prevalentemente temporaneo e segnato più che in passato da una legislazione rigida e disseminata di vincoli che resero la mobilità degli emigranti sempre più difficile e la permanenza all’estero sempre più precaria. La Campania fu una delle regioni maggiormente interessata al problema, in particolare la più colpita fu l’Irpinia che fu protagonista di un vero e proprio spopolamento. Gli anni del secondo dopoguerra meridionale sono raramente di interesse storiografico, è infatti calato su quegli anni un velo di oscurità, forse per cancellare un periodo storico difficile, ma di fondamentale importanza per capire i risvolti economici e le influenze psicologiche che si rifletterono sul nostro territorio. Un dato importante è per esempio la sovvenzione che gli emigranti irpini mandavano alle famiglie rimaste nei luoghi di origine, a cui speravano di ricongiungersi il più presto possibile. Quel denaro che poteva sembrare minimo e superfluo, fu invece di estrema importanza per lo sviluppo economico dell’Irpinia. In occasione della prima giornata del convegno hanno reso i propri saluti e augurato un buon proseguimento dei lavori, il senatore Enzo De Luca, la Presidente della Provincia Alberta De Simone, L’assessore provinciale all’Immigrazione Walter De Pietro e l’assessore prov.le alla cultura Francesco Barra. “A quest’ora avrei dovuto essere in aula a votare – ha esordito Enzo De Luca – ma per me era un dovere nei confronti della comunità essere quì oggi a discutere di un tema così importante e così attuale come quello dell’emigrazione e dell’immigrazione”. Inevitabile un parallelismo tra passato e presente e un chiaro riferimento al piano sicurezza sul reato di clandestinità varato dal vicinale: “Discuteremo in Parlamento del decreto del governo sulla clandestinità, ma un Paese come l’Italia che entrato nella Comunità Europea non può non farsi carico di attuare politiche integrative. L’emigrazione rimane una piaga sociale non solo all’estero, ma soprattutto nel Mezzogiorno. E’ ancora enorme il divario tra nord e sud, migliaia di giovani lasciano il mezzogiorno per non tornare in più, è necessario andare incontro a questa realtà con delle politiche adeguate. Deve finire il tempo in cui il ministro Maroni ci dice che il sud ha 100 miliardi di euro a disposizione, ma non riesce a creare condizioni di sviluppo”. Efficace e convincente anche l’intervento dell’assessore De Pietro che ha presentato in occasione della giornata in memoria di un esodo, la creazione di un archivio storico che interessa proprio il fenomeno migratorio del secondo dopoguerra: “ Il progetto è ambizioso – ha dichiarato l’assessore – a volte la storia è meglio cancellarla che ricordarla, ma alla fine di questo studio ne sapremo molto di più e potremo conoscere un patrimonio per la nostra identità”. L’ultimo invito da parte dell’assessore è stato rivolto alla politica nazionale, che in questi anni non è riuscita a centrare il problema e ha attuato politiche fallimentari nei confronti dell’esodo migratorio: “Il governo dovrebbe riflettere seriamente sul fenomeno migratorio che colpisce il sud. Una cosa è andare via per studiare o per diletto, una cosa è essere costretti”. (di Rosa Iandiorio)

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