Avellino – La Camera Penale Irpina non ha alcuna intenzione di fare ‘dietro-front’ tant’è che non solo ha convocato il Direttivo per il primo marzo prossimo ma ha proclamato anche lo stato di agitazione. E’ quanto si evince dal documento, redatto il 14 febbraio in cinque pagine firmato dal Presidente dei togati irpini Raffaele Bizzarro, portato a conoscenza della Procura Generale, del Ministero di Giustizia e del Consiglio Superiore della Magistratura. Insomma continua la ‘battaglia’ a Palazzo di Giustizia tra i penalisti ed il procuratore Mario Aristide Romano. Oggi i togati rincarano la dose e confermano le loro accuse nonostante “…le esternazioni di sorpresa e sconcerto del Procuratore su fatti che trovano smentite dai documenti in nostro possesso. Abbiamo istituzionalmente e formalmente comunicato le doglianze, peraltro del tutto visibili e ben note, per cui alcuna concertazione inopinatamente e tardivamente invocata era possibile”. Intanto rigettano le precisazioni del Procuratore e precisano che “…l’articolo 72 della Legge sull’Ordinamento Giudiziario, richiamato da Romano, disciplina l’applicazione dei ‘vice Procuratori onorari’ solo per alcuni e ben determinati tipi di reato e soprattutto quelli più gravi e per i quali viene tenuta udienza preliminare. Inoltre l’eventuale uso scorretto o inopportuno, da parte del titolare dell’Ufficio del Pubblico Ministero, della discrezionalità insita nella facoltà di delega si risolverebbe in disfunzione dello stesso Ufficio e sarebbe suscettibile di essere rilevata e corretta attraverso gli appropriati strumenti organizzativi e disciplinari: tutto ciò non è una nostra pura invenzione ma è frutto di una decisione della Corte Costituzionale”. Secondo ‘pomo della discordia’ è la chiusura dell’Ufficio Esecuzione motivato dal Procuratore non solo per la malattia che ha colpito l’addetto ma anche per il rifiuto di un impiegato di sostituire il personale indisponibile. Il Presidente Raffaele Bizzarro conclude sottolineando che “…la Camera Penale Irpina si è sempre fatta garante della sopravvivenza nel nostro Foro delle minimali condizioni di decoro e di serenità tant’è che ha anche ricevuto l’apprezzamento della Commissione Ministeriale di Garanzia”. Insomma, il ‘caso Procura’ resta aperto… (di Emiliana Bolino)
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