Avellino – Teatro Gesualdo: si spengono i riflettori e, come accade in tutti i teatri che si rispettino, una voce avverte… “Questo Teatro è collaudato”. Un richiamo, quello di Gennaro Iannarone, che rimbomba nell’ampia sala azzurra e che denota come l’Istituzione sia determinata ad andare avanti senza mai tralasciare l’alto tasso di qualità. Anche contro i terremoti. A dispetto di polemiche. Di mancanza di fondi. Di progetti che in un modo o nell’altro tendono a cambiarne i connotati. In questi termini o poco più si è conclusa la conferenza stampa di presentazione della stagione 2006-2007, un incontro aperto non solo all’illustrazione del nuovo cartellone ma a tutto ciò che ruota intorno al Gesualdo. Compresi i dissensi. E sono state le ‘novità’ ad aprire le danze: tanto per cominciare nel programma globale sono stati inseriti due cartelloni. Mini abbonamenti di quattro serate ognuno (Sabato a concerto con il Cimarosa – Domenica a teatro: recita l’Irpinia) che ospiteranno “valide produzioni delle compagnie locali. Un modo per lanciare i talenti di una terra che culturalmente vanta una forte identità e tanta volontà di decollare”. La seconda news, invece, è rappresentata dall’inaugurazione che quest’anno vuole omaggiare i 250 anni dalla morte di Amadeus Mozart dedicando ai cittadini il ‘Requiem K626’, per soli, coro ed orchestra eseguito dai componenti del Conservatorio Cimarosa diretti dal maestro Carmelo Columbro. “Abbiamo tentato di arricchire il cartellone – ha spiegato Iannarone – nel modo migliore possibile ma sarebbe vera eresia nascondere che abbiamo bisogno d’aiuto. Sentirsi ‘ristretti’ soprattutto dal punto di vista economico mortifica l’entusiasmo ad andare avanti ed offrire sempre il meglio. Non volevamo deludere la città ma…”. Ma i ‘limiti’, stando a quanto detto ma soprattutto a quanto riesce a trapelare, hanno avuto il loro peso su un settore delicato ed attualmente in balia di tempesta. Insomma, una lotta che vede da un lato una economia che lascia ancorare la nave in mare aperto, dall’altra un Cda con la forte determinazione a non mollare e lavorare per poter navigare, prima o poi, a vele spiegate. Un’intenzione chiaramente apprezzata dal primo cittadino Pino Galasso: “Questo palcoscenico ha visto passare tanti personaggi di spessore, nomi che hanno offerto alla città spettacoli sempre nuovi e mai ‘riciclati’. Il cartellone è stato criticato prima ancora che venisse ufficializzato per la semplice intenzione di ‘sminuire’. Non è così che dovrebbe essere. Questo Teatro vive una stagione di transizione, ci sarà un cambiamento nella veste giuridica per fare un salto di qualità in grado di rilanciare l’Istituzione oltre il ristretto territorio irpino. In questa prospettiva fondamentale è l’apporto che ci verrà dato dalla Provincia e dalla Regione”. Ed una idea di rilancio sembra esserci già: la fascia tricolore avellinese, infatti, ha già preso contatti con i nomi più illustri della città al fine di costituire una Consulta che possa lavorare in questo senso. “Il sindaco deve dare il massimo alla propria città – ha concluso Galasso – e vuole farlo sfruttando e lanciando il meglio che la città sia in grado di offrire. Talenti e grandi nomi per restituire alla cultura avellinese una identità che vuole riaffermarsi a tutti i costi”. (di Manuela Di Pietro)
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