Avellino – Un’altra bimba è morta prima di venire alla luce. L’episodio verificatosi ieri al Moscati porta al chiarimento da parte della Direzione Generale dell’Azienda Ospedaliera di Avellino che declina ogni responsabilità in merito al decesso del feto riscontrato in una donna giunta ieri pomeriggio al Pronto Soccorso Ostetrico. “La donna – si chiarisce nella nota – giunta in ospedale alla 36esima settimana di gravidanza, è stata immediatamente sottoposta a un’accurata visita dalla quale è subito emersa la morte fetale. I medici in servizio al Pronto Soccorso Ostetrico non hanno potuto far altro che constatare il già avvenuto decesso del bimbo che la donna portava in grembo”. Il Direttore dell’Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia del “Moscati”, Italo Ardovino, precisa inoltre che, prima di ieri, la donna non era mai stata ricoverata all’interno della struttura di Contrada Amoretta e che era seguita privatamente da un suo ginecologo di fiducia. “Si tratta di eventi avversi – sottolinea il dott. Ardovino – che, purtroppo, possono accadere. E’ profondamente sbagliato definirli casi di malasanità. La donna è giunta in ospedale con il feto già morto. Quale responsabilità possono avere i ginecologi di turno? A seguito degli episodi precedenti, il livello di attenzione nel reparto è particolarmente alto. Quando in passato l’Azienda ha ritenuto che vi fosse una qualche responsabilità, anche se di tipo comportamentale, da parte del personale ospedaliero, ha preso i dovuti provvedimenti. Ma per un caso come quello che si è verificato ieri la colpa non è di nessuno. Sono tragedie che si verificano e, purtroppo, continueranno a verificarsi in tutti gli ospedali del mondo”. I ginecologi del “Moscati” tenteranno, nella giornata di oggi, di indurre farmacologicamente il parto della donna. Nel caso in cui non si riuscisse a provocare il parto spontaneo, si provvederà a eseguire il taglio cesareo. Il dott. Ardovino ha intenzione di richiedere poi l’esame autoptico del feto per risalire alla causa del decesso. “La donna è in età fertile, deve avere altri figli – conclude -. Per il suo bene, è opportuno fare chiarezza sulle ragioni che hanno provocato la morte del bambino”.
Redazione Irpinia
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