Avellino – Mostre, dibattiti, incontri con attori e registi: è tutto pronto per quello che si annuncia come un vero e proprio evento. La città di Avellino e la provincia irpinia si apprestano a vivere “l’evento Farinelli”: due giorni di celebrazioni per il tricentenario della nascita dell’artista nato in Puglia ma napoletano d’adozione. Da settimane la macchina organizzativa è al lavoro. La manifestazione è stata organizzata grazie alla sinergia tra l’Istituzione Teatro Comunale “Carlo Gesualdo” e l’Assessorato alla Cultura del Comune di Avellino. Questo il programma della manifestazione: Oggi, 9 aprile 2005 presso la Chiesa del Carmine alle ore 18,00, inaugurazione della Mostra Feste e Fasti (aperta al pubblico dall’11 al 16 aprile dalle ore 10 alle 13) gentilmente concessa in prestito dalla Soprintendenza B.A.P.P.S.A.E di Caserta e Benevento; ore 18,00, incontro sul tema: Farinelli: storia e mito. Intervengono: Toni Iermano, Assessore alla Cultura del Comune di Avellino, Gennaro Iannarone, Presidente del Consiglio d’Amministrazione Istituzione Teatro Carlo Gesualdo, Anna Cuocolo, Coreografa e regista dello spettacolo Farinelli. Estasi in canto, Vega de Martini, Ideatrice e curatrice della Mostra Feste e Fasti, Paologiovanni Maione, Docente del Conservatorio “D. Cimarosa” di Avellino. Partecipano: il sopranista Angelo Manzotti e il ballerino Alessandro Molin. Teatro Carlo Gesualdo, ore 21,00, spettacolo Farinelli. Estasi in canto, di Anna Cuocolo e Vega de Martini (Per lo spettacolo il presso unico del tagliando di ingresso al teatro Carlo Gesualdo è fissato in 10 euro). Domani, 10 aprile, Chiesa del Carmine ore 19,00, proiezione del Film Farinelli. Voce regina (1995), del regista Gèrard Corbiau, con Stefano Dionisi ed Enrico Loverso.
FARINELLI: STORIA DI UN MITO
Nato ad Andria, in Puglia, il 25 gennaio 1705, Carlo Maria Michelangelo Nicola Broschi, più noto col nome d’arte di Farinelli, dalla fmiaglia farina che lo protesse, dopo aver subito all’età di 12 anni la castrazione per essere avviato alla carriera di sopranista, fu mandato a Napoli alla scuola di Nicola Porpora, dalla quale uscivano i migliori cantanti d’Europa. Debuttò giovanissimo nei principali teatri della capitale, dove raccolse subito i suoi primi successi arrivando ben presto a suscitare manifestazioni di vero e proprio fanatismo. Venuto a contatto con numerosi scrittori di teatro dell’epoca, che se lo contendevano come interprete delle loro opere, si legò di profonda amicizia soprattutto con Metastasio, il quale – come ricorda Benedetto Croce – proprio per questo gli indirizzava le sue lettere chiamandolo “gemello amatissimo” o “caro gemello” e “gemello adorabile”.
Quello degli “evirati cantori”, derisi dal Parini, oltre ad essere un mestiere assai redditizio all’epoca e ricco di privilegi soprattutto per quelli che riuscivano ad emergere per bravura, ma anche per una maggiore sensibilità – come nel caso del nostro Farinelli – , rappresenta una presenza fortemente determinante nel teatro musicale barocco, e specialmente in quello napoletano.
Ma la sua strepitosa fama lo rubò al mondo del teatro, che tanto lo apprezzava e lo amava, per più alti onori. La nomina di Virtuoso di Camera di Sua Maestà, infatti, lo portò nel 1732 a Vienna. Tornato per qualche anno in Italia, fu chiamato a Londra, alla Royal Academy of Music, per recarsi poi, al seguito di Filippo V, a Madrid, dove rimase anche sotto Ferdinando VI con l’incarico di organizzatore di feste e spettacoli di corte. Alla morte del re volle tornare in Italia, dove finì i suoi giorni a Bologna il 26 settembre 1782.