Avellino e Montella: caschi rossi sull’orlo di una crisi di… acqua

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Avellino/Montella – “Singolare” la situazione in cui versa il Distaccamento dei Vigili del Fuoco di Montella a causa della “mancanza di un punto di rifornimento idrico ubicato all’interno della sede di servizio dei caschi rossi e delle difficoltà di approvvigionamento idrico per i mezzi di soccorso che il personale di detta sede sta incontrando in questi ultimi giorni”. Un disagio illustrato al sindaco Salvatore Vestuto in una missiva che denota una situazione effettivamente precaria: per rifornire di acqua le autobotti, i Vigili del fuoco di Montella sono costretti ad attingerla da una condotta idrica ubicata all’interno di un pozzetto situato nell’adiacente Villa Comunale. “Ad ogni rifornimento i caschi rossi – spiega nella lettera il coordinatore provinciale Giovanni De Lisa – sono costretti a posizionare, attraverso la recinzione del Distaccamento, un tubo collegato all’autobotte, e, dopo averne rimosso il tombino a protezione, a collegarlo al punto di rifornimento collocato in un pozzetto”. Una situazione quasi paradossale che sembra protrarsi da tempo: “E’ da decenni – continua – che il Comando Provinciale dei Vigili del fuoco di Avellino, sta investendo del problema l’amministrazione comunale, e ancora oggi non se ne intravede la soluzione. A questo, vanno aggiunti gli assurdi episodi di chiusura di questi ultimi giorni di tutti i punti di rifornimento idrico del territorio comunale”. E l’ultimo ‘disagio’ risale solo a ieri quando la squadra dei Vigili al momento di rifornire di acqua i propri automezzi di soccorso, senza nessun preavviso, non ha potuto farlo perché gli idranti destinati all’approvvigionamento delle forze di protezione Civile “erano a secco”. Nonostante ciò il servizio di soccorso non e’ mai stato interrotto anche grazie alla disponibilità mostrata dal comune di Cassano. Ma “… la soluzione tampone non è normalmente praticabile per motivi tecnici in quanto andrebbe pesantemente ad influire sulla tempestività e l’efficacia del servizio di soccorso stesso.

…E mentre a Montella si attende il riscontro del primo cittadino, non sembra essere più facile la situazione che investe l’intero Comando provinciale. “L’attuale assetto organizzativo – spiega sempre De Lisa – è incernierato oltre che sulla sede di Avellino, sui distaccamenti di Bisaccia, Grottaminarda, Lioni e Montella. Alla luce dell’esistente articolazione, diverse aree del territorio provinciale risultano prive di un presidio operativo: non ci sono distaccamenti in Valle Caudina e nel Vallo Lauro Baianese. Inoltre, non c’è un distaccamento neanche a Solofra, che è uno dei comuni più densamente popolati”. In effetti, è stata già avanzata una richiesta di distaccamento a Solofra che il Ministero dell’Interno a suo tempo accettò. Il comune mise anche a disposizione dei locali in maniera gratuita. Ma “ad oggi, niente è stato fatto”. Altro problema che affligge il Comando è la notevole carenza di organico tale da poter provocare la quotidiana chiusura dei distaccamenti per mancanza di personale. “Lo squilibrio che si è al momento creato, tra la pianta organica prevista per Avellino consistente in 204 unità e la situazione reale pari a 184 unità è di ben 23 unità mancanti. In una richiesta di potenziamento organico avanzata dal comandante dei vigili del fuoco di Avellino inoltrata al Ministero dell’Interno gli organi preposti hanno completamente ignorato la situazione”. Alla carenza di organico, “…vanno ad aggiungersi alcune scelte quantomeno discutibili che il Comandante Provinciale Vassalli ha fatto ultimamente: quelle di sottrarre ulteriore personale alle squadre operative, per destinarlo ad altre mansioni che di fatto potremmo definire tranquillamente impiegatizie. Scelte che, se fatte in altri tempi e in un contesto di organico più propizio, sarebbero sicuramente state condivisibili, ma francamente in un momento critico di carenza di organico come l’attuale, dove è a repentaglio il servizio di soccorso alla popolazione, davvero non riusciamo a comprenderle e tantomeno a condividerle. Come se ciò non bastasse, dopo i tagli dell’ultima finanziaria, stanno per finire anche i fondi destinati all’acquisto dei carburanti e alla manutenzione dei mezzi. Pertanto, se non si riusciranno a reperire altri soldi corriamo il serio rischio di vedere i pompieri appiedati”. Di fronte ad una situazione del genere, “…come può un povero pompiere – che rischia la pelle per la ragguardevole cifra di 1237,73 euro mensili – continuare a fare serenamente il proprio dovere? In questi ultimi tempi lo stress del personale sta raggiungendo livelli di guardia: quando vai a lavorare non sai quasi mai dove “ti sbattono”, lo stipendio è quello che è ed arrivi con difficoltà a fine mese, i problemi legati ad un tipo di lavoro intrinsecamente stressante non mancano mai, soprattutto in un periodo di super lavoro dovuto agli incendi boschivi e se a questo aggiungiamo che siamo anche senz’acqua, com’è accaduto ieri è davvero troppo! Che fine faremo?”.

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