di Andrea Fantucchio – Droga nel carcere Avellino. La pista di una regia unica dietro alcuni episodi di spaccio. Un’indagine della Procura locale che parte da sequestri recenti. Micro-cellulari trovati nelle celle di alcuni detenuti. Apparecchi di piccole dimensioni, in plastica, che eludono i metal-detector. Usati – questo ritengono gli inquirenti – per fare entrare proprio lo stupefacente in carcere. Se destinato a un mercato interno al penitenziario, o solo per consumo personale, questo saranno le indagini a doverlo chiarire.
Per ora ci sono dei fatti, concreti, che fanno riflettere. I sequestri di droga. Proprio ieri è stata condannata una donna, a un anno con pena sospesa, per essere stata scoperta con ovuli di hashish nascosti nelle parti intime. Erano destinati a un detenuto del carcere di Avellino. I corrieri vengono scelti con cura. Spesso sono insospettabili e incensurati. La droga – secondo gli inquirenti – proviene dal napoletano. Alcuni accertamenti riguardano la zona di Ponticelli e Barra.
Bisogna comprendere se dietro ci sia una realtà criminale più strutturata. O se, questa è un’altra ipotesi, l’attività di spaccio possa essere stata organizzata in modo autonomo da alcuni detenuti.
Non solo il caso di Avellino, comunque. Sequestri di sostanze stupefacenti sono stati effettuati anche nel penitenziario di Ariano Irpino. E hanno riacceso la spia di allarme sugli appelli lanciati dagli agenti . La questione sicurezza, resa allarmante dall’eccessivo numero di detenuti rispetto a quello dei poliziotti che devono controllarli.
Emblematiche le aggressioni avvenute negli ultimi giorni. Con diversi agenti finiti in ospedali. Ora proprio la nuova indagine focalizzata sullo spaccio potrebbe aprire scenari inattesi.