Avellino – Il centrosinistra è in riunione permanente per cercare di ricostruire un’alleanza che sia in grado di terminare la legislatura. Il primo cittadino Galasso vive con serenità questo momento delicato e preferisce non fare drammi: se dovessero esserci le garanzie, bene; altrimenti si torna a casa. Del resto in Consiglio comunale aveva affermato di non essere attaccato al ruolo perché in attesa di fare carriera politica, ma di aver scelto la politica solo per il grande amore verso la sua città. Un primo dato emerge con evidenza: maggioranza ed opposizione sono d’accordo nel ritenere che lo scioglimento del consiglio rappresenterebbe un danno enorme per la città, pertanto, pur nella distinzione dei ruoli, ognuno auspica la ricomposizione della crisi. E torna il ragionamento sulle regole: Enza Ambrosone, capogruppo consiliare della Margherita ha confermato che il partito ha individuato la linea di condotta, affidata al sindaco Giuseppe Galasso, dalla quale occorre ripartire, mentre Ds, Sdi e Udeur accusano il fiorellino di voler imporre le scelte, facendo venire meno il dialogo e il confronto democratico. Gaetano Musto, segretario provinciale dell’Udeur ha evidenziato che la crisi è stata causata da una serie di atteggiamenti tenuti da Galasso e dalla Margherita ancora prima che scoppiasse il caso dei lavoratori socialmente utili e della contestata realizzazione del tunnel. I Ds, con il capogruppo Sergio Barbaro, si chiedono il perché della crisi, tenuto conto che nessuno degli alleati ha invocato le dimissioni del sindaco. Barbaro ha spiegato che non vengono contestati un punto programmatico o un diverso orientamento politico rispetto agli impegni assunti nel 2004, ma viene soltanto evidenziato che vi è una diversa opinione rispetto a due temi di fondamentale importanza per la città e rispetto ai quali la Margherita avrebbe dovuto favorire il dialogo e non la rottura. Ambrosone, sul punto, ha precisato che il fiorellino non intende assecondare scelte equivoche e poco chiare, desidera, al contrario, affidare al pool di tecnici lo studio della soluzione migliore per la stabilizzazione dei lsu. Una soluzione estranea rispetto alle logiche localistiche. La linea dura sembra sia stata confermata anche dopo il direttivo provinciale del fiorellino, che si è riunito questa mattina alla presenza del coordinatore regionale Ciriaco De Mita. La crisi è di carattere politico e dovrà essere la politica a risolverla, se ci saranno le condizioni. Sembra scontata, in caso di ricomposizione, la redazione di un documento congiunto che possa garantire il termine della legislatura, ma non è chiaro quale dovrebbe essere la squadra del Galasso bis; la tendenza è verso l’azzeramento, ma non si esclude qualche riconferma. Ma, su questo punto prevale la prudenza, perché la composizione del nuovo esecutivo attiene ad un passaggio successivo, che sarebbe affrontato soltanto nel caso in cui il centrosinistra ritrovasse la voglia di continuare il percorso amministrativo. Lunedì mattina i partiti della maggioranza incontreranno i giornalisti per dare ciascuno la chiave di lettura alla crisi e soltanto al termine delle numerose conferenze stampa il quadro potrà sembrava più definito nei suoi aspetti generali. Anche la Casa delle libertà ha fissato una serie di incontri, pubblici e privati, per decidere la linea da seguire durante la fase delle consultazioni, che dovrà terminare entro il prossimo 3 maggio. In quella data o sarà stato raggiunto l’accordo, oppure si dovrà restituire la parola agli elettori.
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