Avellino – Palazzo Caracciolo: la fortezza che cela misteri quasi irrisolvibili. Ma cosa effettivamente non va? Varie le ipotesi avanzate ma in alcun modo si riescono a sciogliere i nodi di una situazione che continua a lanciare segnali di ostica interpretazione. “Difficile dire cosa davvero non vada – sostiene il consigliere Cresta tra le fila dell’opposizione – Non si tratta di soffermarsi su singole problematiche. A mio parere la soluzione va cercata in un quadro generale che pone come fulcro del dilemma il programma della maggioranza. Il vero scoglio da superare sarebbe l’individuazione degli obiettivi da raggiungere, un traguardo che non gode della convergenza dei membri dell’amministrazione provinciale. Si assiste, infatti, ad un modo di vedere ed interpretare la politica gestito in maniera divergente. Gli obiettivi sono unanimi ma la stessa unanimità non sembra potersi riscontrare nelle modalità utilizzate per raggiungerli”. Dunque una minaccia sostanziale incombe sulla gestione della cosa pubblica: la disparità di vedute per scopi che, almeno all’apparenza, sembrano essere analoghi. Strano a dirsi in considerazione di una situazione che mostra, almeno agli occhi profani dell’opinione pubblica, connotati fin troppo chiari. “Abbiamo una presidente di grossa statura e indiscussa visibilità – continua Cresta – indubbiamente aiutata anche dai mezzi di comunicazione che le rendono omaggio attraverso una risonanza indiscussa. Ma questa stessa risonanza è anche un’arma a doppio taglio. Portare alla luce, in maniera peraltro tanto evidente, l’operato della De Simone, fa emergere anche i connotati negativi della sua gestione: un lungo elenco di contraddizioni in un modello di gestione che sotto alcuni aspetti non appare chiaro. Indubbiamente dobbiamo renderle merito di essere una figura istituzionale ‘presente’ ma allo stesso tempo sarebbe opportuno sollecitarla ad un grado di attenzione più elevato”. Dunque, nel quadro di Generoso Cresta si tingono di toni forti le incongruenze dell’Ente Provincia. Ma, in maniera coerente, qualche appunto va fatto anche alla minoranza: “Fare opposizione non è cosa semplice: è un momento difficile e delicato. In più subiamo i riflessi di un grosso limite: nonostante le buone intenzioni ancora non siamo riusciti ad identificarci in un progetto comune. Occorre convergere verso un unico punto e creare una visione da tutti condivisa. Solo in questo modo l’opposizione potrà operare in maniera efficace”. Dunque, l’aria che si respira tra le coalizioni sembra essere la stessa: poca unanimità, molta volontà di superare la crisi ma altrettanta difficoltà ad uscire dal baratro di culture politiche che danno poca giustizia ad una visione comune.
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