Avellino – Congresso Ds, superare la crisi Pd? Male necessario

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Avellino – Superare le divisioni per confermare e rafforzare una intesa politica di centrosinistra nata nel 1995 e per rilanciare l’attività amministrativa ad Avellino. Margherita e Ds sono d’accordo almeno su un punto: la città sta soffrendo e chiede che la politica faccia ogni sforzo possibile per dare risposte alla gente, che vive un momento di grave difficoltà. Toni distesi e spirito costruttivo al congresso cittadino Ds, che si concluderà questo pomeriggio con l’elezione del nuovo segretario. Il riferimento alla situazione politica nel capoluogo era prevedibile, ma gli osservatori avevano immaginato che i toni fossero meno blandi ed arrendevoli rispetto al senso delle dichiarazioni rilasciate dal segretario cittadino uscente, Gerardo Adiglietti, il quale aveva posto la pregiudiziale degli assessorati per la ripresa dei rapporti con la Margherita. Enza Ambrosone, coordinatrice cittadina della Margherita, ha parlato di errori commessi nella gestione dell’attività amministrativa, ed ha rilanciato le ragioni del centrosinistra, che deve continuare a guidare la città, nell’interesse della pubblica opinione. D’accordo il presidente della Provincia, Alberta De Simone, la quale, però, ha chiosato che gli errori non sono stati commessi soltanto dai Ds. Questa la premessa al dibattito politico, che è stato introdotto proprio dalla De Simone quando ha affermato che occorre costruire un partito nuovo e progressista. E il partito democratico? Un male necessario. Tre le mozioni in discussione: la prima, “Per un partito nuovo, democratico e socialista , è stata presentata da Corrado Iannino, in sostituzione di Carmine Nardone; la seconda “ A sinistra per il socialismo europeo”, candidato segretario Fabio Mussi, è stata illustrata da Giuseppe Moricola e la terza “Per il partito democratico” , candidato segretario Piero Fassino, è stata discussa da Anna Rea. I tre esponenti Ds convergono sulla necessità che si costruisca un partito nuovo e progressista, in grado di cogliere le profonde trasformazioni sociali intervenute negli ultimi decenni, ma hanno indicato percorsi diversi per realizzarlo. Iannino ha spinto sulla ipotesi di un partito che dovrebbe nascere sul modello del socialismo europeo ed ha sottolineato che il dibattito politico si è appannato sul tema della laicità dello stato, che non conduce verso quella direzione europea. Più distaccata la tesi di Moricola, secondo il quale la sinistra e il socialismo, nei processi di crescita e di sviluppo, sono stati compagni di viaggio, ma non per questo hanno rinunziato alla loro identità. Sul partito democratico ha osservato che è stata smarrita la posizione mediana tra destra e sinistra ed oggi, per questo errore, tutti appaiono come dei curatori che devono chiudere nel peggiore dei modi il fallimento della idea. Anna Rea, infine, ha sottolineato che il dibattito sul partito democratico è aperto e non è fallimentare; anzi, Rea ha colto l’elemento di novità nel fatto che la politica e la opinione pubblica sembrano appassionati al tema. Questa mattina il dibattito finale e nel pomeriggio le operazioni di voto. (di Tiziano Tedeschi)

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