“Peccato perché eravamo quasi riusciti ad ottenere una vittoria meritata”. Dall’urlo di gioia all’amarezza. Federico Moretti è passato da uno stato d’animo all’altro nel giro di pochi minuti. Peccato per l’Avellino che aveva i tre punti in tasca e per lui che avrebbe voluto mettere il punto esclamativo dopo un periodo complicato.
“C’è tanto rammarico e frustrazione per un risultato sfuggito negli ultimi secondi – ha spiegato il centrocampista biancoverde – c’è stata una netta superiorità numerica da parte nostra. Non abbiamo concesso nemmeno un tiro in porta. Ci deve servire tutto da lezione”.
Il rigore. “Mi sentivo di tirarlo – ha confessato – Ardemagni mi ha dato il pallone senza che io glielo chiedessi. Ha dimostrato di essere un amico vero perché a lui mancava il gol, ma ha capito che per me era più importante. E’ stato un grande gesto che fa capire come in questa squadra ci sia unità d’intenti”.
Undici metri di rinascita. “Con il mister non ho mai avuto grandi problemi – ha rivelato – sono felice di poter tornare a dare una mano ai miei compagni. Questo mese fuori mi ha fatto riflettere tanto, non ho mai pensato che il mio ciclo ad Avellino fosse finito quindi mi sono sempre allenatore con grande entusiasmo”.