Si è concluso il processo sportivo di primo grado su vasta scala riguardante una serie di violazioni delle norme federali e del regolamento agenti messe in atto da alcuni procuratori sportivi che hanno inciso su vari club, ma soprattutto sulla sfera soggettiva dei calciatori assistiti.
Tra questi Romulo Eugenio Togni, che ha patteggiato la pena ricevendo un’ammenda di 3.000 euro (4.5000 euro la pena base) da parte del Tribunale Federale Nazionale, sezione disciplinare. A metterlo nei guai, il suo agente Leonardo Giusti il quale, come si legge nel dispositivo del Tribunale “pur non avendo il titolo di agente, ha esercitato tale attività avvalendosi dell’agente Mauro Cevoli”.
Giusti, inibito per 14 mesi, ha instaurato con Cevoli “un rapporto professionale avente carattere continuativo finalizzato a eludere la normativa sul conflitto di interessi, nonché per consentirgli di esercitare abusivamente l’attività di agente quando ancora non era in possesso della Licenza”. Ma non solo, perché Giusti, come attesta il comunicato del TFN, si è avvalso anche dell’operato della moglie Francesca Vettori, a sua volta agente di calciatori che di fatto sono stati assistiti dal marito.
Le società multate con ammende che vanno dai 1.000 ai 10.000 euro sono Juventus, Padova, Juve Stabia, Varese e Nocerina (le ultime due fallite). Nessun coinvolgimento per l’Avellino. Per Togni una parentesi poco piacevole in pieno braccio di ferro ingaggiato con la società irpina davanti al Collegio Arbitrale, dopo il curioso infortunio che si è procurato a Sturno negli spogliatoi con un gesto di stizza.