E’ il giorno dell’avvicendamento in panchina in casa Avellino dove Attilio Tesser ha guadagnato l’uscio per fare spazio al suo successore Dario Marcolin.
44 anni, bresciano, Marcolin è a spasso dall’estate dopo aver salvato in Serie B il Catania poi coinvolto nello scandalo delle partite truccate. In precedenza, sempre in cadetteria, era stato esonerato alla guida di Modena (2012/2013) e Padova (2013/2014). Da calciatore ha indossato in Serie A le maglie, tra le altre, di Napoli, Lazio e Sampdoria.
Marcolin ha firmato un contratto di tre mesi con opzione di rinnovo per un anno e alle 16 dirigerà il suo primo allenamento al Partenio-Lombardi che aprirà le porte ai tifosi per l’occasione.
Il suo credo è il 4-2-3-1, acquisito ai tempi del Brescia come vice di Mario Somma, ma la sua evoluzione negli anni successivi lo ha portato a praticare il 4-4-2 con centrocampo in linea o a rombo. La seconda opzione è quella che segna la continuità tattica per l’Avellino, costruito per il 4-3-1-2 di Tesser e abituato con i meccanismi tipici del rombo.
Quest’ultimo è stato adottato a Catania con Rosina rifinitore alle spalle di due punte di peso come Maniero e Calaiò. La stessa soluzione dovrebbe essere riproposta ad Avellino con Castaldo e Mokulu ispirati da Insigne.
Una scelta, quella della dirigenza biancoverde, pertanto dettata da esigenze di natura tattica ad un punto della stagione in cui non è possibile plasmare l’organico in base a moduli differenti dal 4-3-1-2.