Claudio De Vito – La settima giornata del girone di ritorno vedrà far tappa al “Partenio-Lombardi” il Livorno a caccia di gloria per scacciare gli incubi della zona retrocessione guadagnata durante la gestione Bortolo Mutti.
Tornato in sella dopo il pari interno con il Como del 25 gennaio, Christian Panucci si è dimostrato subito all’altezza del proprio compito con due vittorie, a Brescia e al “Picchi” con la Ternana, per poi rallentare con lo 0-3 di La Spezia ed il pareggio casalingo con il Cesena. Sarà pertanto un Livorno rigenerato e che si presenterà in Irpinia con un trio di ex, tutti con la maglia biancoverde addosso nella passata stagione: Jherson Vergara, Gianmario Comi e Paolo Regoli.
Se la presenza ad Avellino di quest’ultimo è in forte dubbio a causa di guai fisici (è soltanto uno dei tanti nomi della lista degli indisponibili che comprende anche Aramu, Fedato, Gonnelli, Palazzi, Rafati, Schetino e Valoti, oltre allo squalificato Jelenic), quella degli altri due non è in discussione seppur con modalità differenti.
Il difensore colombiano tornerà da protagonista, avendo finalmente riconquistato la titolarità al centro della difesa. Dopo il giro di boa, Vergara non ha saltato un minuto delle sei gare disputate, quattro in coppia con Martino Borghese sulla linea a quattro, una volta con Ceccherini ed Emerson nello schieramento a cinque e sabato scorso accanto a Ceccherini nei quattro. Il Milan, club proprietario del cartellino, ne valuterà i progressi fino al termine della stagione.
Discorso opposto per Gianmario Comi, depresso in panchina con un solo gol all’attivo – peraltro su rigore – realizzato proprio contro i lupi all’andata. Il giovane attaccante scuola Torino è reduce da quattro panchine consecutive, dopo aver accarezzato l’ipotesi di un ritorno in biancoverde durante la sessione invernale di mercato, che ha riservato l’arrivo di Regoli.
Soltanto due presenze per l’ex Pontedera che alla prima in amaranto ha provocato un rigore a Pescara, poi l’infortunio che lo ha tenuto fuori per tre partite. A Regoli, come a Vergara e Comi, sarà riservato gratitudine e riconoscenza per aver contribuito a far sognare l’Avellino di Massimo Rastelli fino all’alt imposto dalla maledetta traversa di Bologna.