Avellino Calcio – L’importanza di avere uno stadio di proprietà: i 10 motivi per cui costruirlo

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Il nuovo "Partenio-Lombardi" da circa 20.000 spettatori di capienza

L’Avellino e lo stadio di proprietà. Un binomio oramai in piedi da oltre un anno in maniera del tutto aleatoria. Di fattivo finora c’è stato solamente l’impegno del club biancoverde, attraverso il suo pool di architetti, nel cercare soluzioni condivise con l’amministrazione comunale del capoluogo irpino al fine di realizzare un’opera dal considerevole impatto non soltanto sull’impianto urbanistico della città di Avellino ma anche sull’economia del territorio.

La sensazione è qualcosa possa muoversi con il nuovo anno. I fondi privati esistono (le cifre per la costruzione del nuovo Partenio-Lombardi da 20.000 posti sfiorano i 60 milioni di euro) e saranno mossi non appena l’U.S. Avellino avrà intascato tutte le autorizzazioni del caso. Una prima pietra basilare in tal senso è stata rappresentata dalla rimodulazione della convenzione per l’utilizzo dell’attuale impianto secondo i parametri economici per il fitto convenuti in estate.

In tutti questi mesi trascorsi dalla manifestazione d’interesse presentata da patron Walter Taccone agli uffici comunali, l’Avellino tuttavia non è rimasto a guardare stipulando due accordi di supporto all’investimento: quello dell’Istituto per il Credito Sportivo del marzo scorso ed un altro di carattere strettamente tecnico con la B Futura, piattaforma della Lega di Serie B che segue passo dopo passo i club della serie cadetta nell’iter per la realizzazione dell’idea di stadio sostenibile.

I presupposti ci sono. Il tifoso biancoverde dunque non può che attendere impaziente ma intanto deve sapere quali sono i vantaggi derivanti dalla costruzione di uno stadio di proprietà moderno, a dimensione umana: sicuro, accessibile, avvincente, coinvolgente, sostenibile e redditizio. Dieci motivi per cui vale la pena costruirlo. Magari non tutti applicabili al caso di specie irpino, ma rappresentano una mappa credibile verso lo sviluppo dell’ambizioso progetto voluto dalla famiglia Taccone, che riuscirebbe così a richiamare quella fetta di tifosi, o parte di essa, che ha deciso di disertare lo stadio.

1. Fonti di ricavo tradizionali. Attraverso la vendita dei biglietti in occasione del singolo evento e degli abbonamenti stagionali, il club può inquadrare il tifoso in target definiti quali famiglie, giovani, donne. Ciò consente di gestire le vendite tenendo presente lo status economico di determinate categorie di persone che frequentano lo stadio. Non è certamente una novità del rapporto società sportiva-tifoso in sede di compravendita dello spettacolo calcistico, ma emerge con forza in quanto perno essenziale per le altre fonti di ricavo.

2. Fonti di ricavo alternative. Uno stadio moderno fa gola alle aziende che intendono sottoscrivere partnership di sponsorizzazione. Inoltre il club può alimentare le fonti di ricavo derivanti dai servizi di catering e merchandising a disposizione del tifoso all’interno dell’impianto in occasione delle gare casalinghe. E ancora, la creazione di uno spazio adibito a museo del club legherebbe gli introiti accessori alla storia e alla tradizione sportive. In ultima analisi, lo stadio in sé rappresenterebbe un modello di avanguardia da visitare e studiare con tour dedicati.

3. Fonti di ricavo extrasportive. Lo stadio come serbatoio di incassi svincolati dalla sua esclusiva fruizione calcistica, vale a dire un impianto a chiara impronta commerciale aperto 365 giorni l’anno con sale conferenze, ristoranti, parcheggi, palestre ed eventi non sportivi come concerti, fiere e raduni. Quanto basterebbe per creare posti di lavoro con un forte impatto sui livelli occupazionali del territorio.

4. Bilancio. Il club costruisce uno stadio di proprietà con finanziamenti privati, mettendo a bilancio un patrimonio scaturito da un investimento immobiliare. Il tutto in un contesto di consolidamento patrimoniale.

5. Brand awareness. Dal valore materiale a quello immateriale di un’operazione simile. Il club infatti avrebbe un significativo ritorno in termini di immagine e di valore del marchio: il brand U.S. Avellino abbinato allo stadio identificherebbe ancora di più la società sul mercato.

6. Supportership. Con uno stadio dotato di maggiore comfort, è più semplice dar vita a politiche di fan engagement, vale a dire di fidelizzazione, che consentano di intercettare nuove tipologie di tifoso come il pensionato o il vip.

7. Appeal televisivo. Miglioramento delle condizioni di ripresa e broadcasting dell’evento: con questi presupposti lo stadio consente una migliore diffusione dell’incontro di calcio a livello mediatico.

8. Sicurezza reale e percepita. Il nuovo stadio di proprietà rispetta i parametri normativi fissati dal governo italiano con l’emanazione di provvedimenti contro la violenza negli stadi. Pertanto, moderno diventa sinonimo di sicuro attraverso misure quali quelle del pre-filtraggio, dei controlli ai tornelli, della videosorveglianza e dei posti a sedere individuabili.

9. Sviluppo di politiche di public relationship e lobby. Lo stadio come luogo di incontro in grado di cementare le varie componenti del territorio, vale a dire i decision makers della politica, dell’imprenditoria, manageriali e dello sport. L’impianto moderno diventa così elemento di caratterizzazione di una comunità, non soltanto sportiva, bensì territoriale a tutto tondo.

10. Tempi di permanenza. L’aumento del tempo di permanenza dei tifosi all’interno dell’impianto è un fattore che si ripercuote positivamente sulla sicurezza (ottimizzazione del deflusso) e sull’aspetto economico (aumento dei ricavi da catering, merchandising e hospitality).

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