di Claudio De Vito. Assetto quote, indagine federale, debiti ereditati, mercato in affanno. E ancora il pagamento degli stipendi e l’installazione delle sedute individuali allo stadio. Tutte pratiche che non ammettono deroghe e da sbrigare entro termini tassativi non così tanto lontani. Anzi ancora una volta si va incontro all’ennesima corsa contro il tempo, con tanto di date cerchiate in rosso, alla luce della frattura che si registra all’interno del club.
A poco più di un mese dalla composizione della compagine societaria con annessa presentazione in pompa magna, la IDC è già in crisi. Nicola Circelli, vicepresidente e amministratore unico con potere di firma sugli atti relativi alla gestione quotidiana del club, e Luigi Izzo, presidente, sono entrati in rotta di collisione per il mancato rispetto di alcuni accordi tra le parti. Di conseguenza ora uno è di troppo. “Se Izzo mi liquida, vado via” ha fatto sapere Nicola Circelli titolare del 25% come Luigi Izzo e Andrea Riccio, anche quest’ultimo pronto a lasciare perché appartenente all’area Circelli.
Rimarrebbero Renato De Lucia e Sabatino Autorino, entrambi soci dell’area Izzo al 25% equamente ripartito. Il giovane massimo dirigente sannita sarebbe pronto a congedare con le dovute garanzie d’uscita i due ‘dissidenti’, che si sono opposti all’operazione Felice Evacuo – ritenuto non adeguato al progetto tecnico per il rapporto età-prezzo – e hanno forzato la mano per Tomas Federico all’insaputa della parte tecnica. Quest’ultima, a sua volta, sarebbe stata favorevole all’arrivo del bomber di Scafati e avrebbe voluto prima valutare l’argentino, che ad horas sarà ufficializzato con la formula del prestito gratuito fino al 30 giugno 2021 con opzione di trasferimento a titolo definitivo per tre anni.
Una situazione paradossale caratterizzata dal forte imbarazzo dei protagonisti. E non è da escludere addirittura che alla fine possa essere Nicola Circelli, in qualità di legale rappresentante del club, a prevalere su Luigi Izzo rimasto per ora in silenzio. Insomma regna il caos. Uno scenario del genere provocherebbe un terremoto a livello dirigenziale con Aniello Martone e probabilmente anche Carlo Musa che verrebbero messi alla porta. Tutto ciò mentre il mercato invernale si appresta a vivere il rush finale.
L’Avellino ha il disperato bisogno di una punta centrale che alla fine – al netto di un rinnovo con il Trapani – potrebbe comunque essere Felice Evacuo, considerato che lo stesso Nicola Circelli si è detto pronto a cedere alla linea Izzo-Martone sull’argomento. Ma Ezio Capuano attende anche un attaccante esterno ed un difensore centrale perché Walter Zullo e Santiago Morero non lo convincono. Il rischio di un clamoroso flop alle 20 di venerdì è dietro l’angolo, anche perché in uscita per ora si registrerebbe soltanto la risoluzione del contratto di Silvio Petrucci destinato in Serie D al Taranto.
Bisogna fare in fretta non soltanto per il calciomercato perché il club biancoverde rischia problemi di gran lunga più seri. Nelle ultime ore è stato scongiurato un nuovo blocco dell’operatività societaria non soltanto sul mercato, perché sono emerse nuove criticità nell’ambito dell’indagine federale sul passaggio di proprietà. L’Avellino ha tempo fino al prossimo 6 febbraio per presentare la nuova documentazione richiesta. Ad oggi infatti non tutti i soci soddisferebbero il requisito dell’onorabilità bancaria.
Entro il 17 febbraio invece andranno corrisposti stipendi e contributi relativi ai mesi di novembre e dicembre. Se alla soglia di tale scadenza il quadro societario dovesse rimanere quello attuale, il rischio di violare l’adempimento amministrativo-finanziario nei confronti dei tesserati sarebbe concreto. Prima ancora, l’1 febbraio, scade il termine per l’installazione dei 1.500 sediolini sulle tribune del Partenio-Lombardi. Ciò significa che per il derby con la Cavese in programma il 16 febbraio lo stadio dovrà essere a norma da questo punto di vista.