Fino al 31 gennaio al Gran caffè Margherita 1820, a Corso Vittorio Emanuele ad Avellino, la mostra ”La realtà teatralizzata” del M. Edoardo Iaccheo. I quadri in esposizione risentono di una evidente impostazione scenica che proviene da una valida capacità progettuale nel campo della scenografia teatrale con cui l’artista si è misurato a partire dagli anni settanta presso il Teatro Romano di Verona, come attrezzista scenico nel Teatro Laboratorio di Ezio Maria Caserta e alla Biennale di Venezia del 1974 (sezione Teatro) con le Maschere sul Savonarola.
Una parte della sua carriera è fortemente legata al teatro che Iaccheo considera “specchio della realtà e raffigurazione dell’esistenza umana, poichè, l’uomo, inserito nel suo spazio vitale, in una stanza, o tra le gente, accede sempre da attore, indossando una maschera”.
La mostra è accompagnata da un testo critico di Generoso Vella , giornalista e curatore d’arte:
“Edoardo Iaccheo, classe 1945, è figlio del secondo dopoguerra da cui acquisisce quel desiderio instancabile del concreto, del reale, del vero e di un bisogno collettivo degli uomini di incontrarsi in maniera schietta e cordiale. L’artista s’interessa con fervore delle questioni che caratterizzano l’esistenza, s’interroga sulla bellezza e si confronta con essa permettendole di palesarsi nelle sue opere con lucentezza e raffinatezza.
Iaccheo sceglie da giovanissimo di seguire le scelte dettate dai tempi e decide di trattare la cronaca e i sentimenti universali, l’impegno civile, il dolore, la disperazione, la fragilità umana. Iaccheo trasferisce sulla tela la sua profonda conoscenza e padronanza del colore che esercita con passione e vivacità. La magia che proviene dai quadri di Iaccheo proviene da profondi sentimenti e stati d’animo che si rinnovano continuamente e rafforzano la grandezza espressiva della sua arte che si fa proiezione della realtà e della memoria.
L’arte di Iaccheo si distingue per una graduale stesura tono su tono, in velature sovrapposte, con cui ottiene un morbido effetto plastico che consente al colore di divenire un elemento fondamentale delll’opera.
Il suo linguaggio scaturisce da argomenti storici e letterari, dal proprio vissuto, dai suoi viaggi e dalla sua esperienza a contatto con quella tradizione veneta del XVI secolo di cui è seguace ed erede. Iaccheo ha vissuto per oltre vent’anni tra Venezia e Verona e di questa città conserva un romanticismo e una eleganza che domina nei suoi lavori. Amante della lirica, del dramma e della storia propone spesso eventi del passato e del presente ed evidenzia la loro drammaticità, che trasporta sulla tela attraverso una segnica caricata e teatralizzata”.
La mostra apre la rassegna dal titolo ”Un caffe’ con l’arte” curata dall’associazione Europart 94.