Avella – Sorrentino (Pd): “Sostengo Puppato, mi spiace per Bersani”

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Carmine Sorrentino, Coordinamento PD di Avella riceviamo: Posso vantare una lunga storia politica, sono infatti iscritto allo stesso partito (PCI-PDS-DS-PD) da oltre quarant’anni e prima ancora alla FIGC, eppure oggi mi trovo dinanzi ad un bivio che mi lascia interdetto: avrei voluto, come sarebbe logica, sostenere il segretario del mio partito in questa corsa delle primarie, eppure devo convenire, anzitutto con me stesso, che non posso. Non per demerito di Bersani, ma a causa delle persone che gli gravitano intorno, soprattutto in Irpinia. Vittoria, Canonico, Fierro, Venezia, De Luca, Lengua, Colucci e tutti coloro che appartengono all’entourage dei cosiddetti dirigenti non sono altro che opportunisti, provenienti tutti dalla vecchia DC, che hanno saputo nel corso del tempo essere artefici di un trasformismo politico che li ha portati, come nel caso di Franco Vittoria, ad essere dirigenti nazionali pur senza avere riscontri elettorali nei propri paesi e addirittura senza nemmeno sapere dov’è collocata la sede del partito sul territorio: il loro merito maggiore è stato quello di schierarsi sempre e comunque dalla parte del vincitore di turno, cavalcando il cavallo migliore per ottenere tornaconti personali. Dopo tanti anni di militanza, dunque, non posso in alcun modo mettere a disposizione di costoro il mio voto, aspettando che qualcuno lo “venda” al miglior offerente, ne va della mia dignità di cittadino e soprattutto di iscritto ad un Partito nel quale, lo dimostra la mia storia di tesserato, ho sempre creduto. Per questo motivo, aderisco con convinzione al Comitato Provinciale Irpinia per Puppato, in modo che possa io stesso sentirmi rappresentato da persone serie, che hanno davvero a cuore le sorti del PD e che soprattutto non hanno come fine primario il soddisfacimento dei loro bisogni personali. Resto a disposizione del Segretario Bersani per qualsiasi chiarimento, affinché anch’egli si renda conto che certi personaggi, interessati soltanto allo sfrenato carrierismo che li contraddistingue, possano essere isolati dal partito prima che la maggioranza degli iscritti decida di seguire altre strade. Probabilmente quando Michele D’Ambrosio decise di non entrare nel Partito Democratico aveva già capito, grazie alla sua lungimiranza, che avremmo fatto questa fine.

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