“Con il decreto nr. 40 del 25 settembre il Commissario ad Acta per l’attuazione del Piano di rientro del Servizio Sanitario Regionale ha approvato l’Atto Aziendale dell’Asl di Avellino con una prescrizione. Adesso l’Azienda di Via degli Imbimbo ha 60 giorni per “completare ed allineare il modello organizzativo dell’assistenza territoriale a quanto previsto dal DCA 99/2016”.
Una dicitura sibillina dato che il DCA consta di 219 pagine ed il Commissario ad Acta non è stato così cortese da scrivere in quali punti l’Atto Aziendale deve essere allineato”.
E’ quanto riporta la nota congiunta di Marco D’Acunto e Franco Fiordellisi, che prosegue:
“Non solo. In base al decreto, lo stesso Atto Aziendale dovrà “essere rimodulato in coerenza con il provvedimento di aggiornamento della riorganizzazione della rete ospedaliera ai sensi del D.M. 70 2015”. Ma questo è un lavoro di là da venire.
Ancora una volta, come nel mese di settembre 2016, la FP CGIL, avendo avuto informativa circa le modifiche che l’Asl ha inteso apportare, lo scorso 22 settembre aveva chiesto un incontro al management dell’Azienda Sanitaria Locale per discuterne vedendosi negato il confronto, ad atto già approvato, con una nota datata proprio 25 settembre.
Non avendo potuto fornire ancora una volta osservazioni (lo stesso era accaduto nel mese di settembre 2016), questa Organizzazione Sindacale non può fare a meno di evidenziare che complessivamente, con queste ulteriori modifiche, nell’Atto Aziendale restano tutte le carenze che non garantiscono i Livelli Essenziali di Assistenza e che penalizzano ancora una volta il territorio (in questo caso in particolar modo l’area dell’Alta Irpinia con Sant’Angelo dei Lombardi e l’area del della Valle dell’Irno con Solofra).
Come si diceva, il documento di programmazione non supera in alcun modo le carenze di coerenza e congruità per perseguire un modello organizzativo che assicuri i livelli di assistenza a tutti i cittadini in misura eguale della provincia di Avellino. Complessivamente l’atto aziendale non garantisce, come già denunciato, sufficiente attenzione al rapporto con i cittadini, all’emergenza territoriale (vero e più importante vulnus) ed alla salute mentale per restare alle tre macroaree più critiche.
Questa Organizzazione aveva chiesto ad aprile: 1) il giusto rilievo al rapporto con l’utenza per stimolarne e valorizzarne l’attiva partecipazione alla vita dell’Azienda investendo nelle Relazioni con il Pubblico, 2) il rafforzamento organizzativo dei presìdi territoriali SAUT-STIE assicurandone le condizioni di organico e di autonomia gestionale che potessero garantire, nel rispetto del diritto del lavoro e dei diritti contrattuali, in tutta la provincia un servizio di emergenza h24, riservando alla Unità Operativa Complessa-Emergenza Territoriale solo compiti di coordinamento, supporto logistico e controllo, 3) la presenza h24 del servizio psichiatrico, a supporto del 118, per i casi acuti.
Nulla di tutto questo è stato tenuto conto nella redazione definitiva dell’atto aziendale che, pertanto, visto il mancato coinvolgimento del sindacato e, per quanto ci consta, del Comitato dei Sindaci, non può che essere giudicato negativamente dalla Funzione Pubblica Cgil di Avellino e dalla Camera del Lavoro di Avellino che esprimono solidarietà ai sindaci delle aree maggiormente penalizzate ed offrono la disponibilità ad attivare tutte le iniziative di informazione alla cittadinanza e di mobilitazione a partire da assemblee sui luoghi di lavoro che prenderanno il via la prossima settimana.”