Attivisti antispecisti protestano contro la tirata del carro di Mirabella Eclano

0
1412

 Lo scorso 14 settembre 2024, come attivisti antispecisti di Napoli Animal Save ed SOS Natura, ci siamo recatia Mirabella Eclano (AV) per condurre un’azione di testimonianza diretta in occasione della Tirata del Carro di Mirabella. Questa tradizione religiosa e popolare, che si svolge ogni anno a settembre nella cittadina irpina, vede costretti dodici buoi a trainare sulle loro spalle un obelisco dondolante alto ben 25 metri e pesante svariate tonnellate. A noi non è dato sapere precisamente quante esse siano, ma a giudicare dall’imponenza dell’obelisco, devono essere davvero molte.

La “tradizionale” tirata parte verso le ore 15.30 circa fino a sera inoltrata, ore durante le quali i buoi vengono costretti a trainare il carro per le vie – sterrate e non – di Mirabella Eclano, in un clima surreale in cui si cerca di tenere a fatica in equilibrio questo enorme obelisco, sul quale viene “intronata” la Madonna; per questo motivo – secondo la tradizione – se il carro cadesse, ciò porterebbe sfortuna.

Tenere in equilibrio l’obelisco non è semplice e vederlo ciondolare pericolosamente a destra e manca suscita preoccupazione, come testimoniano i molti video disponibili; nonostante le autorità locali rassicurino esserci “un piano” per proteggere l’incolumità di cittadini ed animali.

A noi è sembrato un contesto tutt’altro che sicuro, tra popolazione locale accalcata e ulteriore assembramento generato dall’arrivo di ulteriori spettatori dai paesi limitrofi e visitatori probabilmente inconsapevoli dei retroscena di questa “tradizione”.

Come ogni anno, abbiamo documentato lo strazio a cui questi animali, 12 buoi, sono sottoposti. Oltre lo stress fisico dovuto al peso da trasportare sulle schiene evidentemente provate, abbiamo notato il fortissimo distress psicologico prolungato per oltre quattro ore (!) di manifestazione e dovuto all’impossibilità di rifuggire il contatto con le persone (ricordiamo che, etologicamente, i bovini sono “prede” – ndr) e constatato la reale sofferenza di questi animali. Abbiamo visto e documentato funi tirate che strattonavano i loro corpi, colpi di fune a mo’ di frustate in viso, colpi sul corpo e tanta, tantissima dissonanza cognitiva nei festosi partecipanti.

Ma abbiamo visto anche atti di ribellione: i buoi muggiscono, e no, non crediamo e non abbiamo avuto proprio l’impressione che lo facessero per altre ragioni se non quella di manifestare un evidente disagio.

I buoi provano a liberarsi quando vengono tirati e strattonati, ed anche questo è chiaramente un atto di ribellione.

Abbiamo constatato una mancanza assoluta di apertura al dialogo, ed anzi, siamo stati molto poco gentilmente invitati ad allontanarci, non appena il nostro intento di testimoniare pacificamente e senza alcun atto di fastidio o violenza alcuna, si era palesato.

Se tutto è regolare e giusto, cos’è che gli animalisti non possono riprendere? Perché devono essere ostacolati, minacciati ed allontanati? Qual è la motivazione di questa chiusura e respingimento?

Resta il rammarico per la totale incapacità della popolazione di recepire un’unica istanza: trasformare una tradizione specista e violenta in una rispettosa di tutti, escludendo definitivamente gli animali dall’onere di parteciparvi. Una tradizione, vogliamo ribadirlo, non può essere sinonimo di violenza e sfruttamento e la violenza e lo sfruttamento non potranno mai essere il simbolo di eventi istituzionali e, ancor più, della terra che abitiamo.

Vogliamo ribadire la nostra ferma opposizione all’inserimento dei buoi in questa crudele usanza nel patrimonio dell’UNESCO, invitando la cittadinanza tutta a riflettere su cosa, per un irpino, rappresenti davvero “motivo di orgoglio”.

Noi, crediamo, e vorremmo che orgoglio irpino non fosse la violenza e lo sfruttamento, ma la convivenza serena ed il rispetto per ogni essere.