Atripalda – Contrada Alvanite e l’assenza della politica cittadina

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Il Comitato di Quartiere di Alvanite aveva promosso due incontri per discutere del I anno dell’operato del Comitato stesso e per le azioni da intraprendere per il futuro. Il 17 aprile era stata invitata l’opposizione; alle ore 19.30, come previsto dall’invito, erano tutti presenti. L’incontro è stato costruttivo in un clima sereno e cordiale. Un confronto aperto sulle proposte che il Comitato ha presentato e su quelle da presentare in futuro. L’augurio è che quello del 17 sia solo il primo di una lunga serie. Alla fine della discussione, il gruppo consiliare del Popolo della Libertà, ascoltate le giuste rimostranze dei membri, ha chiesto al sindaco ed al segretario generale di destinare il computer in dotazione al gruppo al Comitato di quartiere. La stessa offerta è arrivata anche dal capogruppo consiliare Artuto Iaione. Dopo un anno di attività, finalmente, il Comitato non avrà solo un computer, ma addirittura due. Venerdì, in contrada Alvanite, 36 – finalmente – c’è stato un confronto costruttivo: la promozione degli interessi generali, la condivisione di un “progetto” per il bene comune, la comunanza di un vero sentimento di appartenenza. Tutti hanno cercato di individuare ciò che accomuna più che ciò che divide. Sabato 18 aprile, erano stati invitati gli assessori e il sindaco. Alle ore 20 erano presenti solo l’assessore Palladino, il vicesindaco Landi. Inizialmente, gli animi dei membri del Comitato erano incandescenti per la diserzione della maggior parte degli invitati. I motivi? Non si conoscono perché nessuno si è preoccupato di comunicare la propria assenza! Tranne il sindaco che ha raggiunto telefonicamente il presidente del Comitato per scusarsi della sua assenza perché impegnato in Abruzzo per offrire supporto ai Comuni terremotati. “Noi del Comitato pensiamo che una classe politica che sa dialogare è il miglior antidoto contro sentimenti diffusi di antipolitica, – si legge nella nota – perché dimostra di esser pronta a sedersi intorno a un tavolo, prendere coscienza dei problemi da risolvere e saper cidere. Nello stesso tempo, dialogo non vuol dire veti reciproci o grandi coalizioni. Comporta invece un ascolto tra le parti che rappresentano diverse anime di un paese, un ascolto capace di dare una prospettiva umana all’agire del ceto politico comunale. In Contrada Alvanite, 36, Sabato 18 aprile purtroppo si è sentita l’assenza assordante della politica. Il Comitato fino a questo momento ha fatto sempre il suo dovere e a quanto pare chi è a conoscenza dei fatti non può dire il contrario. E’ inutile dar vita ad un organo consultivo e propositivo se nessuno lo consulta e nessuno da vita a ciò che propone”.

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